Estetica in Odontoiatria: Rimodellamento della Gengiva – Parte 1

Estetica in Odontoiatria: Rimodellamento della Gengiva – Parte 1

Estetica in Odontoiatria:

Rimodellamento della Gengiva – Parte 1

Il miglioramento estetico del sorriso non dipende solo dai denti, dal loro allineamento, dimensione o colorazione, ma anche dalle gengive. Queste infatti, esattamente come i nostri denti, possono farci apparire con un aspetto meno piacevole. Quando il paziente infatti mostra una “sovrabbondanza gengivale” i denti sembrano più piccoli e ciò fa apparire il suo sorriso esteticamente asimmetrico e non equilibrato. Differente è la mancanza di gengiva, che può verificarsi su uno o più denti. In quel caso infatti la terapia è molto più complessa. Il problema però, potrebbe anche non essere causato dalla quantità del tessuto gengivale, bensì dalla sua irregolarità: può capitare infatti che le gengive risultino irregolari, generando imbarazzo e disagio a colui che presenta tali caratteristiche.

La soluzione a tale problematica esiste: grazie al rimodellamento gengivale, una pratica chirurgica che consente di compiere modifiche e piccoli aggiustamenti alla gengiva, è possibile correggere i difetti a carico della nostra gengiva, laddove risultasse in eccesso a livello localizzato o su più elementi, rendendo l’aspetto del sorriso molto più piacevole. Ma i miglioramenti che si possono effettuare tramite questa tipologia d’intervento non è solo riguardo la sua struttura e quantità della gengiva, ma anche riguardo il suo colore. Dopo una seduta di rimodellamento gengivale infatti ne potrà beneficiare anche il colore delle nostre gengive, le quali risulteranno più armoniose.

Presso lo Studio del Dottor Comar il rimodellamento gengivale è un intervento molto praticato. Noi infatti operiamo, da sempre, sul sorriso dei nostri pazienti a 360°, al fine di garantire non solo ottimi risultati dal punto di vista medico, curando patologie e disturbi di vario tipo a carico della bocca, ma anche portando un’estetica migliorata, per una maggiore sensazione di fiducia e di sicurezza in sé stessi.

L’articolo ha lo scopo di analizzare tutti gli aspetti di principale interesse riguardo il rimodellamento della gengiva. Avremo modo di comprendere in cosa consiste, quali sono i passaggi necessari da compiere per effettuare tale tipologia d’intervento e quando è opportuno procedere con una seduta di rimodellamento gengivale, dando modo a ognuno dei nostri utenti di capire se rappresentano il candidato ideale e, di conseguenza, prenotare una seduta.

In cosa consiste il rimodellamento gengivale

Il rimodellamento gengivale è una pratica chirurgica che consente al paziente di migliorare l’estetica generale del proprio sorriso, sia a livello strutturale che riguardo la colorazione del tessuto. Questa “scultura dei tessuti” è di norma finalizzata a ridurne l’eccesso, rimuovendo quelle parti di gengiva che rendono antiestetico il sorriso. In alcuni casi però l’intervento può essere svolto per aggiungere gengiva laddove manca, grazie all’innesto di una porzione di tessuto, oggi realizzato anche con biomateriali disponibili nel commercio. Ciò può essere causato da patologie, come la parodontite, o altro.

Come viene svolto un intervento di rimodellamento gengivale?

Esistono due modalità per effettuare questa tipologia d’intervento. In passato l’intera pratica era svolta da un operatore esperto grazie all’utilizzo di strumentazione medica specifica, in altre parole la lama bisturi, con il quale si recideva e si asportava la porzione di tessuto in eccesso. Si tratta tutt’oggi di una pratica invasiva, che necessita di lunghi tempi di guarigione, fino a sei mesi a seconda dei casi. Tale pratica risulta poco utilizzata presso il nostro studio e viene presa in considerazione solo in casi particolari.

Di norma infatti oggi viene preferita la seconda modalità d’intervento, ovvero con il laser. Per questa tipologia d’intervento viene utilizzato un laser ad erbio, di cui è possibile reperire informazioni grazie alla lettura dedicata presente sul nostro sito, cliccando qui, il quale è utilizzato per effettuare vari interventi di ablazione dei tessuti. La ragione per cui oggi viene preferita questa alla precedente modalità citata è il fatto che si tratta di una pratica chirurgica poco invasiva e, di conseguenza, meno dolorosa per il paziente, non solo durante la seduta ma anche in fase di guarigione, rendendo la stessa più rapida e definita entro ⅔ settimane, a seconda del singolo caso.

Quando è opportuno procedere con la pratica di rimodellamento gengivale?

La ragione per cui si decide di procedere con una pratica di rimodellamento della gengiva può essere sia cosmetica, quindi a fini puramente estetici, che terapeutica, necessaria per risolvere problematiche e patologie, tramite l’aggiunta di tessuto con innesti nelle zone in cui la gengiva risulta carente o addirittura assente.

Tuttavia, nella maggioranza dei casi, il fine di tale intervento è di natura estetica. Grazie all’asportazione del tessuto in eccesso infatti è possibile rendere il nostro sorriso esteticamente più gradevole, rendendo più equilibrata la quantità di gengiva presente nel cavo orale rispetto alla dimensione dei denti.

 

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Terapia senza Dolore: Approfondimento Protocollo Comar – Parte 2

Terapia senza Dolore:

Approfondimento Protocollo Comar – Parte 2

Come abbiamo compreso nella prima parte di questo approfondimento, che è possibile leggere cliccando qui, il Protocollo Comar è un aspetto fondamentale dello Studio, un vero e proprio brevetto di affidabilità e di professionalità nei confronti dei pazienti, tanto da distinguerlo da tutte le altre cliniche dentali. Si tratta di una sorta di “modus agendi” fatto di tante piccole premure e attenzioni che i nostri operatori rivolgono quotidianamente ai propri assistiti.

Nonostante ciò il Protocollo Comar non è un manuale d’uso, una serie di azioni sempre uguali da svolgere. Queste infatti cambiano a seconda del tipo di intervento e di paziente da seguire: per questo motivo è necessario tener presente le specifiche esigenze dello stesso e le terapie da eseguire. In sintesi si può dire che alla base del nostro Protocollo c’è l’esperienza e la competenza degli operatori, ma anche concetti come il rispetto, il buon senso e l’umanità nei confronti dei bisogni altrui, le paure, i dubbi e le preoccupazioni che tutti noi abbiamo rispetto a ciò che esula dal nostro agire di routine.

Grazie alla prima parte dell’approfondimento abbiamo potuto comprendere come si applica il Protocollo a due dei maggiori interventi svolti presso lo Studio, in particolare l’ablazione e la devitalizzazione. Nel secondo invece avremo modo di osservare da vicino in cosa consiste il nostro Protocollo Comar in caso di pratica di ricostruzione ossea, e di conseguenza del possibile successivo inserimento di uno o più impianti, e di estrazione dentale, comprendendo, a grandi linee, come vengono eseguiti gli interventi, quando è necessario effettuarli e come può migliorare la terapia del dolore applicata ad ognuno di essi.

La ricostruzione ossea

In caso di denti precedentemente estratti o mancati il desiderio è quello di sostituirli, inserendo, laddove necessario, con nuovo impianto, sfoggiando nuovamente il sorriso di un tempo. Tuttavia, in questi casi, è molto comune il fenomeno della retrazione osseo/gengivale. Ciò significa che l’osso e/o la gengiva, per vari motivi, si possono assottigliare, rendendo necessaria la loro ricostruzione.

La presenza di osso insufficiente rende non idoneo l’inserimento di un impianto, mentre la gengiva mancante o scarsa può portare ad una durata più breve di quest’ultimo. La ricostruzione ossea è un passaggio fondamentale in questi casi, in quanto ripristina, o comunque aumenta, la quota ossea, rendendo possibile il successivo inserimento dell’impianto.

Un intervento di ricostruzione ossea può avvenire in diverse modalità, a seconda della condizione e delle necessità del paziente, attraverso varie tecniche chirurgiche, alcune poco invasive. La ricostruzione ossea avviene attraverso due modalità biologiche: la “osteoinduzione”, grazie all’inserimento di cellule ossee, prelevate ed inserite direttamente nella sede di deficit dell’osso; e la “osteoconduzione”, utilizzando materiale specifico, del tutto riassorbibile biologicamente nel corso del tempo. Inoltre è possibile riempire il difetto osseo con un mix di entrambi (osteoinduzione e osteoconduzione).

Il Protocollo Comar per la ricostruzione ossea e successivo inserimento dell’impianto

A fare la differenza in termini di dolore e fastidio durante un intervento di ricostruzione ossea sono le attenzioni e le premure che gli operatori dello Studio riservano ad ogni paziente. Ogni caso infatti per noi è unico e proprio per tale ragione va seguito singolarmente. Durante la fase di colloquio il paziente potrà esternare tutti i suoi dubbi, avendo cura nel descrivere ciò a cui è più sensibile e se sussistono eventuali paure e problematiche specifiche. Così facendo l’operatore riuscirà a comprendere tutte le sue necessità e potrà procedere di conseguenza.

Applicare il Protocollo Comar ad un intervento di ricostruzione ossea vuol dire non solo evitare errori e procedere in modo preciso, ma anche utilizzare gli strumenti medici con estrema cautela e modulare l’utilizzo dei medicamenti e dei farmaci a seconda dell’occorrenza. Altro aspetto davvero fondamentale per noi è rimanere aggiornati sulle nuove tecnologie, servendosi di tecniche e di attrezzature sempre più moderne e all’avanguardia, ma soprattutto capaci di arrecare meno dolore e di ridurre i tempi di chirurgia e di guarigione. Non di meno la tecnica chirurgica e la delicatezza dell’operatore possono fare una grande differenza.

Anche durante l’inserimento degli impianti il Protocollo Comar può e deve essere applicato, secondo le necessità del paziente. Completato il processo di rigenerazione ossea infatti, un nuovo colloquio tra operatore e paziente metterà in chiaro come intervenire senza arrecare fastidi e dolore indesiderati. Si procede con l’anestesia completa pre intervento, rendendo totalmente insensibile la zona da trattare. Le tecniche d’intervento, moderne e all’avanguardia, permettono di completare la seduta in tempi minori, ma soprattutto di limitare dolori e fastidi in seguito. Qualora il paziente accusasse sensazione di malessere durante le fasi post operatorie è comunque possibile ricorrere all’utilizzo della terapia farmacologica, differente a seconda dei casi e delle esigenze. L’utilizzo della tecnologia, attraverso una preventiva pianificazione digitale dell’inserimento implantare, fa anch’essa la differenza.

L’estrazione dentale

L’estrazione dentale è la pratica chirurgica che consente di eliminare, di togliere, il dente compromesso, rimuovendolo dalla sede in cui era originariamente alloggiato e servendosi dell’utilizzo di specifici strumenti. Tante sono le cause per cui un dente deve essere estratto. Uno dei casi più comuni è quello del dente del giudizio, da considerarsi un esempio classico di dente incluso o semi incluso nella gengiva, ma non solo.

L’estrazione è necessaria anche in caso di denti che hanno subito gravi danni, una rottura non superficiale, oppure quando i denti risultano sovrannumerari, in numero maggiore rispetto a quelli che possono comodamente essere ospitati nell’arcata dentale.

L’operazione si svolge con tre passaggi. Il primo è l’anestesia, a cui segue la lussazione, il cui scopo è quello di smuovere il dente dalla sede in cui era collocato, per poi rimuoverlo senza forza né grandi impedimenti dalla superficie ossea, ovvero l’estrazione vera e propria.

Il Protocollo Comar per l’estrazione

Per tutti i tre passaggi sopra descritti relativi a questa tipologia d’intervento viene applicato il nostro Protocollo, attuo a minimizzare, per quanto possibile, dolori o fastidi al paziente. La prima operazione che effettuiamo, un passaggio standard per tutti le tipologie di intervento, è sempre quella di svolgere un approfondito colloquio, che possa farci comprendere la soglia di dolore, eventuali dubbi o problematiche e se esistono alcune questioni che è preferibile tenere a mente durante tutte le fasi d’intervento.

Durante l’anestesia è fondamentale somministrare il dosaggio farmacologico più adatto, affinché il paziente non viva l’intervento con sofferenza. La lussazione deve essere effettuata da mani esperte e precise, evitando errori o particolari complicazioni che possano arrecare disagio. È importante procedere con cautela, senza creare fratture alla radice del dente o lacerazioni a carico dei tessuti. Và specificato che con strumenti di ultima generazione è altresì possibile eseguire estrazioni complicate in maniera veloce e atraumatica

L’estrazione va eseguita solo quando il dente risulta completamente “staccato” dall’osso e dalla gengiva, al fine di evitare eccessivo dolore e sanguinamenti gengivali. Anche al termine dell’operazione chirurgica il paziente seguito dal Dottor Comar non subirà nessuna particolare sofferenza, in quanto seguito in tutto decorso di guarigione ed, eventualmente, con l’ausilio di specifica terapia farmacologica.

 

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Terapia senza Dolore: Approfondimento Protocollo Comar – Parte 1

Terapia senza Dolore:

Approfondimento Protocollo Comar – Parte 1

Nei precedenti articoli, come pure nei seguenti, è possibile trovare numerosi approfondimenti in merito alle diverse patologie del cavo orale, nonché ai relativi interventi volti a risolvere le stesse. Tuttavia è fondamentale per noi porre scrupolosa attenzione alla questione della terapia del dolore, in quanto tale aspetto risulta non solo molto importante, ma anche una pratica particolarmente sentita presso il nostro Studio.

Negli anni il Dottor Comar ha sviluppato una serie di accorgimenti e attenzioni da rivolgere ai suoi pazienti, al fine di mettere gli stessi quanto più possibile a loro agio. Aspetto certamente da citare è la sua “empatia odontoiatrica”, in altre parole un modo attento di agire, che permette di entrare, con estrema facilità, in empatia con il paziente e, di conseguenza, avere la possibilità di comprendere l’origine delle sue paure e dei suoi dubbi. Procedendo in tal modo l’operatore ha anche l’opportunità di capire eventuali problematiche e dolori del paziente, prevedendo la loro insorgenza o sanandoli quanto prima qualora si presentassero durante l’intervento, nel caso in cui il paziente non avesse espresso totalmente il suo disagio nella fase di colloquio precedente.

Altra questione che merita di essere menzionata sono le tecniche e le procedure attuate per effettuare l’anestesia. Si tratta di una pratica perfezionata nel corso degli anni che, insieme all’utilizzo di varie procedure chirurgiche poco invasive, permettono al paziente di non provare dolore, o comunque il minore possibile nei casi più complessi.

Questi e molti altri accorgimenti li abbiamo riassunti con il nome di “Protocollo Comar”.

Nel corso degli articoli a riguardo è possibile approfondire molti aspetti inerenti al nostro Protocollo, prestando particolare attenzione a tutte le tipologie d’intervento, che siano esse di natura chirurgica e non, effettuate in Studio. In questa lettura in particolare parleremo di ablazione del tartaro e di devitalizzazione, ma soprattutto della terapia del dolore sviluppata per ciascuna di esse.

L’ablazione

L’ablazione è forse l’intervento maggiormente operato in Studio sui nostri pazienti. La causa della ricorrenza di svolgimento della seguente pratica chirurgica sta nel fatto che non è facile seguire sempre una corretta igiene dei nostri denti. L’accumulo di cibo non deterso nel cavo orale infatti, nel corso del tempo, può generare, sullo smalto dentale, la comparsa di placca e tartaro.

L’ablazione, se svolta con regolarità, è quindi la soluzione migliore per ovviare a questo problema. Nonostante ciò la paura del dentista per molte persone crea dubbi e incertezze, con la conseguenza di una messa in atto di “atteggiamenti scudo” che ritardano le sedute di controllo. Proprio per evitare l’insorgenza di questo modo di agire del paziente, presso il nostro Studio sono state messi a punto una serie di accorgimenti, il Protocollo Comar appunto. Grazie a ciò è possibile affrontare con serenità l’intervento di ablazione e ottenere il sorriso tanto auspicato.

Il Protocollo Comar per l’ablazione

Di fronte a un paziente odontofobico o dubbioso è fondamentale compiere un’analisi, da riferire in seguito al diretto interessato, riguardo le cause per cui è possibile provare dolore in caso di intervento di ablazione. In questo modo sarà più semplice per l’operatore intervenire in base alle caratteristiche del paziente. Le cause del dolore sono così riassumibili:

  • L’inadeguata modulazione della potenza del macchinario impiegato, senza quindi valutare accuratamente la sensibilità del paziente.
  • Un utilizzo errato e inesperto della strumentazione specifica da parte dell’operatore, ad esempio utilizzando una “punta” sbagliata rispetto alla sensibilità del paziente.
  • Un’errata o assente cura farmacologica pre intervento, la quale risulta necessaria se si è in presenza di stato infiammatorio. E’ importante quindi eliminare, almeno in parte e in maniera preventiva, la placca, grazie ad appositi risciacqui orali. Ciò permetterà al paziente di ridurre l’infiammazione e di avvertire meno dolore. Solo allora sarà possibile proseguire con l’intervento di ablazione.
  • In caso di sensibilità molto forte, quando dunque gli accorgimenti del Protocollo Comar non fossero sufficienti ad evitare o limitare al minimo dolore, significa che probabilmente siamo di fronte ad una soglia del dolore estremamente bassa. In questo caso è preferibile procedere con ablazione manuale (detta nel linguaggio tecnico-dentistico “scaling”) o con anestesia.

La devitalizzazione

Un altro intervento fortemente operato qui in Studio è la devitalizzazione. Infatti, se colui che effettua l’intervento non è particolarmente attento nelle fasi iniziali, il paziente nel corso della terapia potrebbe accusare dolore e fastidi, il che renderebbe l’intero decorso chirurgico difficile e fastidioso da affrontare. Il dolore che il paziente potrebbe provare, spesso causa della necessità di procedere con tale pratica chirurgica, è dato dallo stato della polpa dentale, presente all’interno del dente traumatizzato.

Se quest’ultima risultasse parzialmente necrotica, la componente vitale residua creerebbe una resistenza all’effetto dell’anestetico, portando il paziente a provare fastidio, o addirittura dolore, in fase d’intervento, nonostante la preventiva anestesia. Vediamo quindi nel dettaglio il Protocollo effettuato in tale circostanza.

Il Protocollo Comar per la devitalizzazione

Come precedentemente citato è fondamentale valutare, prima di operare, lo stato della polpa, se quindi quest’ultima risulta ancora vitale o del tutto necrotica.

In caso di polpa necrotica, quindi completamente morta, basterà effettuare una semplice anestesia prima di procedere con l’intervento, al fine di evitare fastidi durante l’intervento. In caso contrario, se siamo in presenza di nervi parzialmente vitali e non del tutto morti, come già detto in precedenza, è possibile che il paziente possa provare spiacevoli dolori. In quel caso è necessario proporre allo stesso una preventiva terapia farmacologica antinfiammatoria ed una più specifica medicazione.

Procedendo in questo modo, quando i nervi e la polpa saranno completamente “sfiammati”, si potrà procedere con l’anestesia e quindi con la seduta. Attraverso questi e altri accorgimenti effettuati durante la devitalizzazione si eviterà la sensazione dolorosa.

Nella seconda parte dell’approfondimento, di cui è possibile trovare la lettura cliccando qui, analizzeremo gli altri due principali interventi chirurgici effettuati presso lo Studio del Dottor Comar, ovvero la chirurgia ricostruttiva-rigenerativa, seguita spesso dall’inserimento di uno o più impianti dentali, e la chirurgia estrattiva.

 

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Estetica in Odontoiatria: Lo sbiancamento dentale – Parte 2

Estetica in Odontoiatria: Lo sbiancamento dentale – Parte 2

Grazie alla prima parte di questo approfondimento tecnico in merito allo sbiancamento dei denti, che è possibile leggere cliccando qui, abbiamo compreso molti aspetti principali dello stesso, ovvero cos’è e in cosa consiste lo sbiancamento dentale, come viene svolto il trattamento, in altre parole quali passaggi vengono svolti, e quando è opportuno procedere con tale pratica, ovvero quali sono le ragioni che lo rendono necessario.

Ma come in ogni intervento sulla propria persona ciò che è necessario sapere non sono soltanto gli aspetti relativi alla pratica in sé, ma anche i vantaggi, i benefici di cui si potrà giovare in seguito all’intervento, ma soprattutto quali sono i comportamenti che è necessario mettere in atto al termine dello stesso per mantenere, per quanto possibile, denti bianchi e luminosi.

Inoltre è doveroso ricordare che lo sbiancamento dentale non è solo quello effettuato in studio mediante trattamento con lampade a LED, in precedenza con laser. Tale tipologia di trattamento infatti, se il caso lo richiede, può essere effettuato nella comodità di casa propria, con strumenti di facile utilizzo, in particolare delle mascherine e del gel specifico per lo sbiancamento dentale, da indossare di notte per più volte, per un tempo variabile a seconda delle necessità.

Nel corso di questo articolo avremo modo di approfondire proprio questi aspetti secondari, ma comunque fondamentali, dello sbiancamento dei denti, comprendendo quali sono i benefici acquisiti, come possiamo mantenere al lungo i denti bianchi e luminosi grazie a piccole, ma importanti, accortezze quotidiane e quali sono le principali differenze tra lo sbiancamento dentale professionale e la sua versione a domicilio.

Vantaggi e benefici dello sbiancamento dentale

I vantaggi che il paziente potrà ottenere in seguito al completamento di tale trattamento sono da ricercare nelle ragioni per cui viene richiesto. Non si tratta di un intervento chirurgico volto a risolvere problematiche di natura patologica, come carie, parodontiti o altro. Quando ci rivolgiamo ad una clinica dentale per un trattamento di sbiancamento dentale la ragione principale è che non ci sentiamo particolarmente a nostro agio con il nostro sorriso, a causa di un colore naturale scuro o macchie e colorazioni poco gradevoli presenti sulla superficie dei denti.

Il vantaggio principale è quello di stare meglio con noi stessi e con la nostra immagine, senza avere preoccupazioni e sensazioni di imbarazzo quando usciamo e mostriamo ad altre persone il nostro sorriso. Ovviamente non tutte le persone sono uguali e non tutti reagiscono alle macchie e al colore alterato dei denti allo stesso modo. Alcuni di esse infatti non provano disagio o imbarazzo, ma desiderano comunque migliorare l’aspetto estetico dei propri denti, affidandosi ad un professionista del settore per ottenere il risultato sperato.

Come mantenere i denti bianchi dopo aver effettuato il trattamento?

Affinché i denti rimangano bianchi a lungo dopo aver effettuato un trattamento di sbiancamento dentale è necessario inserire, come parte del proprio stile di vita, alcune piccole accortezze e premure. Queste infatti possono far durare l’effetto per molto più tempo, ritardando la successiva seduta. Tali accorgimenti possono essere così sintetizzati e descritti:

  • Mantenere costante e allo stato ottimale la propria igiene orale quotidiana, in altre parole lavare con la giusta regolarità i propri denti, almeno due volte al giorno, preferibilmente dopo aver consumato un pasto.
  • Evitare, per quanto possibile, la cattiva abitudine del fumo: il fumo delle sigarette infatti rappresenta una delle maggiori cause dell’ingiallimento dei denti e della formazione di macchie, soprattutto in caso di consumo elevato giornaliero, protratto per lungo tempo.
  • Limitare il consumo di alimenti e bevande che contribuiscono alla formazione di macchie e di colorazione dentale sgradevole, come il caffè, il the o la liquirizia.

È comunque doveroso sottolineare un aspetto. Lo sbiancamento, specie quello effettuato in studio da professionisti del settore, è un trattamento che agisce in profondità e non lavora solo sulla superficie più esterna. Proprio per tale motivo i risultati possono durare fino a 18/24 mesi, senza particolare rischio di comparsa di macchie o di ingiallimento dei propri denti durante questo lasso di tempo.

Differenza tra sbiancamento dentale e sbiancamento dentale domiciliare

Come ormai compreso nel corso della precedente lettura, la prima parte relativa allo sbiancamento dentale, esistono due diverse tipologie di trattamento, ovvero lo sbiancamento dentale tradizionale, effettuato direttamente in studio da un professionista, e lo sbiancamento dentale domiciliare, che può essere effettuato nella comodità di casa propria.

I termini stessi mostrano le differenze che intercorrono tra le due pratiche. La prima è un trattamento svolto in studio, mediante l’ausilio di un operatore qualificato e dell’attrezzatura professionale necessaria. Presso lo Studio del Dottor Comar viene proposta con tre livelli di efficacia, due settimane, 6/8 mesi o 18/24 mesi, a seconda del livello di intensità impostato sulla macchina e del gel, un prodotto a base di perossido di idrogeno, adoperato durante il trattamento.

La seconda pratica, lo sbiancamento domiciliare, è una sorta di kit composto da delle mascherine e del gel, anch’esso a base di perossido di idrogeno con percentuale più bassa. Il trattamento, che in questo caso consiste nell’indossare delle mascherine riempite di gel dalle 2 alle 4 ore al giorno, in casi isolati, durante la notte, ha una durata variabile dai 10 ai 15 giorni e risulta particolarmente adatto a pazienti sensibili, che necessitano di una soluzione meno invasiva ma comunque efficace.

 

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Estetica in Odontoiatria: Lo sbiancamento dentale – Parte 1

Estetica in Odontoiatria: Lo sbiancamento dentale – Parte 1

Avere un sorriso curato, con denti sani e bianchi, è un aspetto a cui molte persone aspirano. La soluzione a tal proposito è lo sbiancamento dei denti, un trattamento professionale che può essere effettuato periodicamente presso il proprio studio dentistico di fiducia. Aspetto rilevante di tale tipologia di trattamento è che può essere svolto sia in studio, grazie all’intervento di un operatore esperto, sia nella comodità di casa propria, attraverso l’ausilio di strumentazione specifica, idonea all’utilizzo domestico.

Entrando più nello specifico lo sbiancamento dentale è un particolare tipo di trattamento che ha come scopo quello di far risultare il colore dei denti più bianco e luminoso. È spesso difficile mantenere il bianco naturale dei denti mediante la semplice igiene orale quotidiana: sono tanti i fattori che possono portare i nostri denti a macchiarsi e a ingiallirsi, in primis le cattive abitudini, ad esempio il fumo di sigarette o l’assunzione di alcuni alimenti e bevande, come caffè, coloranti artificiali, tè, liquirizia ecc… Non è però da escludere che la causa di tale problematica sia di natura genetica: in tal caso, più che in altre circostanze, il trattamento professionale rappresenta la scelta preferibile.

Nel corso dell’articolo avremo modo di comprendere in cosa consiste lo sbiancamento dentale, quali sono i passaggi che definiscono tale tipologia di trattamento e quando è opportuno procedere con una seduta di sbiancamento dei denti, con modalità professionale, presso lo #StudioComar, o con una modalità domiciliare, con metodi meno invasivi e delicati. Nella seconda parte dell’articolo capiremo quali sono i vantaggi e i benefici di cui il paziente può giovare, quali sono le principali differenze tra sbiancamento dentale a LED e domiciliare e come è opportuno comportarsi per mantenere il più possibile bianchi i propri denti. Infine, come ormai di consuetudine, dedicheremo le righe finali dell’articolo al nostro Protocollo Comar e a come viene applicato alla pratica di sbiancamento dentale.

In cosa consiste lo sbiancamento dentale?

Lo sbiancamento dentale è un particolare tipo di trattamento odontoiatrico volto al miglioramento dell’estetica del nostro sorriso. Lo scopo è quello di ripristinare il bianco naturale dei nostri denti. Tale colorazione dentale infatti può modificarsi e alterarsi a causa di vari fattori, alcuni di tipo genetico, altri dovuti alle nostre abitudini scorrette. Lo sbiancamento dentale viene effettuato mediante l’utilizzo di strumentazione specifica, abbinata a particolari prodotti, la cui sostanza principale è il perossido di idrogeno. Tale sostanza chimica, insieme all’ossigeno prodotto nel corso del trattamento, agisce direttamente sulla superficie del dente e schiarisce, strato per strato, lo smalto.

Compresi gli aspetti fondamentali dello sbiancamento dentale è opportuno approfondire due questioni. La prima è che lo sbiancamento dei denti è spesso confuso, da chi non è esperto del settore, con la classica pulizia dei denti professionale: sono da considerarsi due trattamenti differenti, ma soprattutto che l’uno non sostituisce l’altro. Lo sbiancamento dei denti serve a ripristinare il colore naturale dello smalto, mentre la pulizia professionale dei denti è utile per rimuovere tartaro, placca e pigmenti, sedimentati nel tempo sulla superficie dentale.

La seconda questione riguarda le “soluzioni fai da te”. Esistono in commercio molti prodotti ad uso domestico, come dentifrici abrasivi, penne sbiancanti e kit di sbiancamento dentale. È necessario precisare che tali strumenti non possono in alcun modo sostituire una seduta di sbiancamento dei denti professionale, in quanto risultano scarsamente efficaci e, alcuni, anche dannosi. Inoltre si consiglia, soprattutto in casi in cui la problematica sia particolarmente presente, di non procedere in autonomia con queste soluzioni, che nel migliore dei casi, agiscono solo a livello superficiale.

Come viene svolto tale trattamento?

Lo sbiancamento dei denti può essere effettuato in più modi, a seconda dei casi e delle necessità del paziente. Si può procedere sia con il trattamento di tipo professionale in Studio, in tre modalità diverse, che con un trattamento professionale domiciliare. Nel primo caso il trattamento viene svolto mediante una lampada a LED, in abbinamento ad un gel a base di perossido di idrogeno. Tale trattamento ha una durata di 6 mesi fino ad un massimo di 12/18 mesi a seconda delle esigenze del paziente. Nel caso in cui fosse reputato necessario il trattamento può essere ripetuto anche ogni 6 mesi.

È possibile effettuare un trattamento leggero in Studio, della durata di circa 2 settimane, allo scopo di affrontare, nel migliore dei modi, un evento particolare, ad esempio un incontro per scopi personali o un matrimonio. Grazie ad un intervento di media efficacia, gli effetti del trattamento possono durare per 6/10 mesi ed infine, con una modalità ancor più efficace, il paziente può beneficiare dei risultati per circa 18/24 mesi. I prezzi variano a seconda della tipologia di trattamento, con costi contenuti per la prima tipologia, così progressivamente a salire in base al tipo di trattamento effettuato. Tutti i nostri sbiancamenti dentali sono svolti secondo i principi del nostro Protocollo Comar, al fine di non arrecare sofferenze, durante tutto il trattamento e nei giorni successivi.

La seconda opzione è quella domiciliare. Se infatti il paziente risulta particolarmente sensibile si può optare per una soluzione meno invasiva, ma altrettanto efficace. In questo caso vengono utilizzate delle mascherine personalizzate, che verranno applicate su entrambe le arcate contemporaneamente. Insieme a tali mascherine viene fornito dal dentista anche un gel sbiancante, da usare durante la sera e talvolta anche durante la notte, mentre si dorme. Si può trovare in varie soluzioni, più o meno ricche di perossido di idrogeno, in base alla sensibilità del paziente. Il trattamento ha una durata variabile e può essere abbinato al trattamento professionale, in caso di denti con colorazioni particolari e più complessi da trattare, per un lasso di tempo intorno ai 10-15 giorni.

Quando è opportuno procedere con lo sbiancamento dei denti?

Aspetto da ricordare è che lo sbiancamento dentale non cura patologie, bensì aiuta a migliorare l’estetica del nostro sorriso. Se i tuoi denti presentano macchie e colorazione poco gradevoli, a causa di vari fattori, e ciò ti fa sentire a disagio, non esitare a contattarci: l’equipe di #StudioComar è formata da dentisti qualificati e professionali, sempre a tua disposizione e pronti a valutare la soluzione migliore per le tue necessità.

 

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Estetica in Odontoiatria: Le faccette dentali – Parte 2

Estetica in Odontoiatria:

Le faccette dentali – Parte 2

Nel corso della prima parte dell’approfondimento in merito alle faccette dentali abbiamo compreso cosa sono, come vengono applicate sui denti del paziente e quali sono i casi, gli inestetismi, che possono essere curati attraverso tale tipologia di trattamento. Aspetto che andremo a trattare in questa seconda parte è quello relativo ai vantaggi, i benefici di cui il paziente può giovare in seguito all’applicazione delle faccette dentali. Molte persone infatti effettuano tale intervento per nascondere delle problematiche, per lo più di natura estetica e le cause possono essere differenti, ad esempio patologie a carico degli elementi dentari, discromie sulla superficie dentale etc.

Nel corso dell’articolo un paragrafo sarà dedicato alla differenza tra faccette dentali e corone dentali, spesso confuse da chi non ha dimestichezza con l’argomento e sulla base di quali fattori è preferibile l’applicazione dell’una o dell’altra protesi. Infine, come ormai accade in ogni nostro contenuto di approfondimento tecnico, le righe finali saranno interamente dedicate al Protocollo Comar e a come viene applicato su questo particolare trattamento estetico.

Vantaggi derivanti dall’applicazione di faccette dentali

L’applicazione di faccette dentali, al contrario da ciò che erroneamente si pensa, non dà vantaggi solo a livello estetico, ma anche di natura funzionale e psicologica. Inoltre, aspetto importante da sottolineare è che tali vantaggi hanno sempre dei risvolti benefici per il paziente. In seguito è possibile trovare un elenco di tutti i principali vantaggi e una lista dei benefici che ne conseguono:

  • In termini di rapporto costi/benefici è la soluzione migliore.
  • L’anestesia non risulta necessaria nella maggior parte dei casi.
  • Le faccette si prestano alla personalizzazione, in quando sono realizzate con materiale resistente e adatto ad operazioni di adattamento.
  • È un trattamento molto veloce e poco doloroso per il paziente.

Invece, i benefici derivanti da tali vantaggi sono presenti nella lista che segue.

  • Il paziente può beneficiare di un sorriso bello, armonioso e piacevole esteticamente, evitando soluzioni più costose e fastidiose, in casi che necessitano l’utilizzo di apparecchi ortodontici.
  • Possono essere ricostruiti e sistemati denti considerati antiestetici, aventi quindi abrasioni, forme irregolari o inadatte alle dimensioni dell’intera arcata dentaria, rotti o scheggiati.
  • Aiuta in caso di forte sensibilità dentale.
  • È perfetto in caso di presenza nel cavo orale di denti macchiati, anche perchè può essere scelta la faccetta avente la cromaticità di colore più adatta e che meglio si abbina alla nostra dentatura;
  • Elimina il difetto estetico di diastema, noto come lo “spazio fra i denti”.

Differenza tra faccette e corone dentali

Sia le faccette che le corone dentali vengono utilizzate per migliorare la condizione estetica del nostro sorriso, ma presentano alcune sostanziali differenze. Entrambi i trattamenti vengono considerati dei restauri dentali, come riportato nei precedenti paragrafi, ma c’è una differenza importante per quanto riguarda la loro applicazione. Per applicare una corona infatti è necessario asportare una maggiore quantità di smalto del dente originale, in quanto la corona dentale ha bisogno di uno spazio maggiore rispetto alla faccetta per la sua applicazione. Inoltre una corona dentale ricopre interamente la superficie del dente naturale, al contrario della faccetta dentale che ne ricopre soltanto la porzione anteriore.

Quando è preferibile l’applicazione delle faccette e quando quella delle corone?

La risposta più corretta a tale quesito è che dipende dalla condizione del dente da trattare. Se infatti quest’ultimo risulta molto danneggiato, ad esempio a causa di una carie o per altre gravi patologie, è preferibile l’uso della corona, che garantisce maggiore protezione al dente originale e lo rende funzionale al 100%. Da ricordare che, anche se il problema è di lieve entità, se comprende tutta la superficie del dente è necessario ricorrere alla corona, in modo tale da migliorare l’estetica ed eventualmente la funzionalità del dente, in ogni sua parte.  Le faccette dentali invece sono la scelta migliore quando il problema è di lieve entità e circoscritto, ma soprattutto riguarda principalmente una problematica di natura estetica. Tale scelta è adatta in caso di denti scheggiati, macchiati o con piccole irregolarità.

Tempi di guarigione e mantenimento delle faccette dentali

Il primo aspetto da sottolineare è che, al termine dell’applicazione, le faccette non hanno tempi di guarigione e non comportano dolore e sofferenza, in quando si tratta di un trattamento meccanico e non di una pratica chirurgica. Inoltre le faccette dentali non richiedono alcuna particolare manutenzione, se non la classica cura quotidiana dell’igiene orale e una pulizia professionale periodica, all’incirca ogni 6 mesi. Al termine di tale arco temporale è però importante controllare e verificare che non ci sia stata perdita di adesione, che potrebbe causare il distacco della faccetta dal dente. È infine importante ribadire che il vizio del fumo di sigarette, come in tutti i tipi di restauri dentari, può danneggiare e usurare le faccette ed è pertanto preferibile evitare.

Perché con noi non fa male?

A caratterizzare ogni operazione effettuata in Studio è il nostro Protocollo Comar. Per noi infatti al primo posto ci siete voi, i nostri clienti, le vostre necessità e le vostre esigenze, in tutte le fasi d’intervento. Nonostante l’applicazione delle faccette dentali non procuri particolari sensazioni di malessere e di sofferenza, il Protocollo Comar si evince anche dal punto di vista della manualità dell’operatore, delle competenze e dell’esperienza maturate nel tempo. Inoltre, qualora risultasse necessario, anche nel caso dell’applicazione delle faccette dentali possiamo minimizzare dolore e sofferenza, applicando pomate anestetizzanti o la classica anestesia locale.

 

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Estetica in Odontoiatria: Le faccette dentali – Parte 1

Estetica in Odontoiatria:

Le faccette dentali – Parte 1

Molte persone si sentono a disagio a mostrare i propri denti. Questi infatti, nel corso del tempo e sulla base di varie situazioni, si possono scheggiare, macchiare, consumare o addirittura rompere, creando inestetismi poco piacevoli a livello estetico. Altre situazioni che possono comportare disagio rispetto ai nostri denti sono le otturazioni, soprattutto se presenti nel cavo orale da molto tempo, oppure denti storti o con spazi evidenti tra gli stessi.

L’aspetto del nostro sorriso, a causa di tali problematiche, diventa antiestetico e ciò crea situazioni di imbarazzo e fastidio in momenti di convivialità e di socialità. La soluzione, per tutti i casi risultanti idonei, è l’applicazione delle faccette dentali. Grazie alle faccette dentali molte persone riescono a risolvere i loro problemi, tornando a sorridere come quando erano giovani o addirittura bambini.

Spesso pensiamo che le cure dentali siano necessarie solo per una questione puramente estetica, ma in realtà hanno un risvolto positivo anche a livello psicologico. Le faccette dentali, in particolare, sono utili per migliorare la propria autostima e la vita sociale: tale tipologia di trattamento infatti non “copre” semplicemente il dente originale, ma gli conferisce una nuova forma, lunghezza, posizione e colore.

L’articolo è un approfondimento dettagliato in merito a tutto ciò che riguarda le faccette dentali: lo scopo è quello di spiegare come viene effettuata la loro applicazione e quando risulta necessaria. Nella seconda parte la lettura prosegue con un’analisi dei vantaggi di cui il paziente può beneficiare, la differenza tra le faccette e le corone dentali e le situazioni che portano alla scelta dell’una o dell’altra tipologia di protesi.

Cosa sono le faccette dentali?

Le faccette dentali sono un particolare tipo di protesi da applicare sulla superficie del dente, allo scopo di migliorare la condizione estetica della dentatura e il sorriso del paziente. Sono caratterizzate da uno spessore ridotto, all’incirca quello di una lente a contatto. Risultano particolarmente utili per risolvere problematiche che riguardano il singolo dente, in particolare la sua forma, quando la sua superficie e i suoi contorni risultano irregolari, la posizione, ad esempio quando ci troviamo di fronte a un caso di diastema (lo “spazio tra i denti”) o il colore, in caso di macchie o discromie della colorazione dello smalto.

Come vengono applicate?

Prima di comprendere come vengono applicate le faccette dentali è necessario chiarire una questione. Questa tipologia d’intervento presume molta esperienza e capacità tecnica da parte dell’operatore, in quanto riguarda una parte molto evidente del cavo orale. Solo se l’applicazione viene svolta nella maniera opportuna, come garantiamo presso il nostro Studio, si può ottenere un risultato piacevole dal punto di vista estetico e duraturo nel tempo.

Prima di procedere con l’intervento vero e proprio è importante effettuare una visita preventiva, volta a capire come intervenire nella maniera migliore. Solo dopo tale passaggio il dentista può procedere con la limatura dei denti interessati. In alcuni casi è necessario somministrare una leggera dose di anestesia locale. Anche questo passaggio viene svolto in modo da non far provare dolore al paziente, secondo i principi del nostro Protocollo Comar, e tali attenzioni perdurano per tutto il corso dell’intervento. La limatura viene fatta sullo smalto del dente, in modo molto superficiale, affinché le faccette possano ancorarsi saldamente sulla superficie dentale. Le faccette vengono scelte in base al colore e alla forma desiderata, al fine di ottenere un risultato il più possibile conforme alle esigenze del paziente. Per avere la certezza che queste siano realizzate in modo corretto si procede, prima dell’applicazione definitiva, con una prova estetica. Grazie a tali prove il dentista, in caso di necessità, può compiere le opportune modifiche.

L’applicazione delle faccette sullo smalto limato dei denti viene effettuata con una particolare resina adesiva e con una lampada polimerizzatrice. Grazie a quest’ultima la resina viene polimerizzata e asciugata, creando un fissaggio duraturo e sicuro nel tempo.

Quando è opportuno applicare le faccette dentali?

Esistono diverse tipologie di inestetismi che possono essere risolte tramite l’applicazione delle faccette dentali estetiche, come riportato nell’elenco che segue:

  • denti rotti o scheggiati;
  • denti con più otturazioni o con residui di otturazioni vecchie,
  • denti storti;
  • diastema (definito comunemente “spazio tra i denti”);
  • denti ingialliti o con macchie;
  • denti sottodimensionati;
  • denti consumati, usurati dalla masticazione;

Nella seconda parte andremo ad analizzare i vantaggi, i benefici di cui il paziente può giovare con tale trattamento estetico, quando è preferibile applicare le faccette e quando le corone e quali sono le differenze che intercorrono tra quest’ultime. Inoltre il paragrafo finale è dedicato al nostro Protocollo Comar e a come viene applicato a tale tipologia d’intervento.

 

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Estetica in Odontoiatria: introduzione all’argomento

Estetica in Odontoiatria:

Introduzione all’argomento

La cura e il benessere generale della persona sono aspetti che molte persone non trascurano, dando a questi le giuste attenzioni. La cura della persona non comprende soltanto l’immagine che gli altri vedono del nostro corpo, ma anche del nostro sorriso. Denti storti, rotti, scheggiati, cariati o macchiati possono infatti essere la causa di molti disagi, al pari di una qualsiasi problematica relativa al nostro corpo. Per tale ragione, in questi casi, tendiamo a correre ai ripari, cercando una soluzione nel più breve tempo possibile.

Oggi l’estetica dentale può accorrere in nostro aiuto con soluzioni specifiche ed efficaci, che hanno come obiettivo non solo la salvaguardia della salute della bocca, ma soprattutto la possibilità di avere un sorriso bello e piacevole, che non sia fonte di vergogna o imbarazzo nei momenti di convivialità. Inoltre oggi i trattamenti estetici dentali vengono svolti in totale sicurezza, in tempi rapidi e con la totale assenza di dolore (o minima sofferenza) e fastidi da parte del paziente. Ciò è possibile anche grazie all’invenzione della laserterapia odontoiatrica, sempre più diffusa e adoperata negli studi dentistici.

In questo articolo andremo ad approfondire gli aspetti generali dell’odontoiatria estetica e analizzeremo tutte le problematiche che tale branca dell’odontoiatria risolve. Infine conosceremo nel dettaglio le principali tipologie di d’intervento/trattamento di natura estetica offerte presso lo #StudioComar.

Cos’è l’estetica in odontoiatria?

L’odontoiatria estetica è una branca dell’odontoiatria il cui scopo è la risoluzione e il trattamento di problematiche relative all’aspetto della nostra dentatura e del nostro sorriso. Si occupa di tutti quei casi in cui il paziente presenta delle particolari asimmetriche, delle particolarità che determinano disomogeneità e discontinuità, nel cavo orale. Grazie a tali tipologie di trattamento il dentista può migliorare forma, colore, omogeneità, posizionamento e integrità dei denti, ma anche modellare e rendere più armoniosa la morfologia delle gengive.

Aspetto da sottolineare è che tutti gli interventi di estetica odontoiatrica non hanno un risvolto esclusivamente estetico, seppur sia quello principale, bensì anche funzionale, in quanto migliorano la capacità di masticare, e non ultima psicologica, in quanto, eliminando la fonte del proprio disagio o imbarazzo, il paziente beneficerà di una ritrovata serenità.

Quali sono le problematiche che può curare/migliorare?

Sono diverse le problematiche che l’odontoiatria estetica può curare e trattare. Per agevolare la comprensione di tali problematiche ai nostri lettori abbiamo deciso di farne una lista delle principali:

  • denti rotti o scheggiati, a causa di traumi subiti a carico del cavo orale;
  • carie, soprattutto se presenti in vicinanza della gengiva;
  • asimmetria dentale, denti irregolari, dentatura in generale poco uniforme e piacevole a livello estetico/funzionale;
  • diastema (spazio tra i denti);
  • cambio di colorazione dello smalto e macchie dentali;
  • mancanza di uno o più denti;
  • morfologia della gengiva da correggere.

Tipologie d’intervento

L’estetica dentale, come si evince dai precedenti paragrafi, comprende varie tipologie di trattamento/intervento, tutte accomunate dall’obiettivo di risolvere o migliorare le problematiche poc’anzi citate. Segue un breve elenco che riassume tutti gli interventi di estetica odontoiatrica.

  • SBIANCAMENTO DEI DENTI: si tratta di un particolare tipo di trattamento odontoiatrico il cui obiettivo è riportare i denti alla loro colorazione naturale. La causa della colorazione anomala e delle macchie sullo smalto dei denti è il consumo di bevande, come ad esempio il caffè o il vino, o il vizio del fumo di sigarette. Il trattamento viene svolto con l’ausilio di particolari agenti smacchianti, ad uso prettamente professionale e molto potenti, in grado di scolorire sia lo smalto che la dentina e riportando il dente alla sua gradazione di bianco naturale. Anche in questo caso, come in altre tipologie d’intervento citate in precedenza nei nostri approfondimenti tecnici, l’esperienza e la manualità dell’operatore è fondamentale: sarà lui infatti, in fase di trattamento, a regolare la quantità di agente sbiancante necessario, al fine di ottenere il miglior risultato possibile.
  • FACCETTE DENTALI: sono piccole protesi in ceramica, dello spessore di circa un millimetro, che vengono applicate sulla superficie anteriore del dente, a seguito di un processo di limatura superficiale. Il suo obiettivo è quello di “coprire”, o comunque nascondere, le imperfezioni presenti sui denti, ad esempio macchie, scheggiature, forme anomale, asimmetrie e distemie. L’esperienza dell’operatore è particolarmente evidente in caso di applicazione delle faccette durante la fase di prova, in quanto sarà lui a scegliere, grazie alle competenze tecniche acquisite nel tempo, la protesi più adatta, a seconda della forma del dente da trattare e del colore della dentatura.
  • CORONE DENTALI: l’utilizzo di tali protesi è simile a quello delle faccette dentali, ma permette di ricoprire non solo la superficie anteriore del dente, bensì tutta la sua parte esterna. Vengono adoperate quando il dente da trattare è molto danneggiato, ad esempio nel caso in cui sia rotto.
  • RIMODELLAMENTO GENGIVALE: è un particolare tipo d’intervento chirurgico, spesso svolto tramite specifica strumentazione laser a erbio. Lo scopo è quello di donare alla gengiva un aspetto più armonioso. L’operazione può essere sia di rimozione che, in alcuni casi, di aggiunta della gengiva.

 

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Laser in Odontoiatria: curare la piorrea con la laserterapia – Parte 4

Laser in Odontoiatria:

Curare la piorrea con la laserterapia – Parte 4

Malattie croniche, predisposizione genetica, scarsa igiene orale e persino il fumo di sigarette: tante sono le ragioni, le cause, per cui si può sviluppare la piorrea nel proprio cavo orale. La parodontite, questo il termine medico con cui viene definita la piorrea, non è altro che una malattia di origine batterica, che attacca i tessuti del cavo orale responsabili del sostegno dei denti. Può colpire i tessuti molli, le gengive e l’osso. Nei casi più gravi questi vanno incontro a necrosi, determinando la perdita dei denti nell’area coinvolta dalla patologia.

La cura tradizionale, e più comune, della piorrea prevede l’uso di una particolare tecnica, detta nel linguaggio medico odontoiatrico “scaling e root planning: levigatura radicolare”, una manovra che richiede grande manualità da parte dell’operatore e che permette di rimuovere la placca e il tartaro depositati a livello sottogengivale. Tuttavia nei casi più gravi, quando ormai si sono formate le tasche parodontali, è necessario rimuovere l’infezione maturata sotto la superficie della gengiva. Il dentista procede quindi con il classico metodo chirurgico, incidendo, con l’ausilio di un bisturi, la gengiva e agendo su di essa ed eventualmente sull’osso.

Tale metodologia determina una serie di svantaggi, ad esempio il provare dolore dopo la seduta operatoria e la necessità di ricorrere a farmaci antidolorifici e anestetizzanti. La soluzione a tali problemi è la laserterapia: grazie all’uso del laser è possibile rimuovere tutti i batteri presenti nel tessuto gengivale senza praticare incisioni, ma soprattutto senza procurare dolore e particolari fastidi al paziente, pur praticando root planning: levigatura radicolare. Di conseguenza diventa del tutto inutile ricorrere a farmaci antidolorifici e anestetizzanti. Infine, altro vantaggio davvero importante è che, dal momento che la gengiva non viene incisa, tale tipologia di intervento non provoca sanguinamento, come al contrario accade con la tecnica tradizionale, nel totale rispetto delle esigenze del paziente.

L’articolo è un valido approfondimento riguardo la cura della piorrea con la tecnica della laserterapia. Capiremo nel dettaglio cos’è, come funziona e quali sono i principali vantaggi di cui il paziente può beneficiare. Infine le righe finali saranno interamente dedicate al nostro Protocollo Comar, un brevetto di cui il nostro Studio è orgoglioso e che da sempre ci distingue dalla concorrenza.

Come viene curata la piorrea con la tecnica a laserterapia?

Per curare la piorrea servendosi della tecnica a laserterapia è necessario utilizzare il laser a neodimio, uno strumento medico specifico di cui abbiamo ampiamente discusso nell’articolo ad esso dedicato. Il principale vantaggio è che con la laserterapia l’intera operazione è svolta senza effettuare tagli e incisioni sui tessuti molli coinvolti. Nella maggior parte dei casi il laser è capace di rimuovere ogni traccia di batteri dal tessuto gengivale. Tuttavia nei casi più gravi la laserterapia viene utilizzata come cura preventiva e propedeutica a una successiva operazione con lama/bisturi classico, semplificando in tal modo il tradizionale intervento. Inoltre grazie all’utilizzo di tale tecnica è possibile ottenere un “incremento di osso virtuale”, visibile in radiografia. Nonostante la patologia abbia distrutto la parte minerale dell’osso permane la parte fibrosa che, anziché essere asportata, come nel caso di intervento chirurgico classico, viene preservata e conservata, potendo quindi rimineralizzarsi e guarire nel corso del tempo. Per tale ragione l’osso è definito virtuale: è stato infatti distrutto dalla patologia ma, nonostante ciò, è reale il vantaggio ottenuto dalla tipologia di intervento. Per giungere a completa guarigione il paziente dovrà attendere dai 7 agli 8 giorni e durante questo lasso di tempo non sentirà nè dolore nè fastidio.

Vantaggi ottenuti curando la piorrea con laserterapia

Curare la piorrea con la tecnica a laserterapia presume molti vantaggi rispetto al metodo tradizionale, tramite intervento chirurgico. A tale proposito esistono numerosi centri in Italia che si occupano esclusivamente di laserterapia, in particolare della cura della piorrea con l’utilizzo di strumentazione laser. Si tratta di cure specifiche e molto dispendiose, di cui però molti pazienti che soffrono di tale patologia sono attratti, in quanto possono beneficiare di una guarigione migliore rispetto a quella auspicata con tecnica chirurgica tradizionale. I vantaggi che si possono ottenere possono essere così riassunti:

  • È possibile procedere durante l’intervento senza l’uso di terapia anestetizzante o farmaco.
  • Il paziente non proverà nè dolore nè particolari fastidi, durante e dopo l’intervento.
  • I tempi di guarigione risultano più rapidi e di facile gestione, soprattutto per la totale assenza di dolore.
  • Il sanguinamento gengivale, normalmente presente in quantità variabile durante un classico intervento chirurgico, è limitato e quasi del tutto assente.
  • Preserva i tessuti sani presenti nell’area da trattare contribuendo al loro decongestionamento, all’eliminazione della carica batterica e al processo di biostimolazione delle cellule.

Protocollo Comar applicato ad un intervento per curare la piorrea con laserterpia

Tra gli aspetti che mettiamo sempre al primo posto da Studio Comar ci siete voi, i clienti, che giorno dopo giorno date fiducia al nostro operato. Alla base di ogni intervento c’è una regola, per noi una sorta di mantra da quale non possiamo prescindere, ovvero “l’assenza di dolore e il minimo disturbo”. Un utilizzo sapiente della laserterapia, compiuto da mani esperte e con grande competenza tecnica, rispondono esattamente a questa esigenza, garantendo ad ogni paziente una seduta quanto più possibile tranquilla e serena. Per noi il #ProtocolloComar però è molto di più: significa porre la giusta attenzione e premura ad ogni seduta e ad ogni caso, comprendendo necessità e dubbi di tutti i nostri pazienti in egual misura.

 

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Laser in Odontoiatria: curare la carie con la laserterapia – Parte 3

Laser in Odontoiatria:

Curare la carie con la laserterapia – Parte 3

Molte persone sono propense a evitare e saltare per lungo tempo le sedute dal dentista. Ciò avviene soprattutto per paura di subire dolore a causa della strumentazione adoperata. Tale situazione si palesa in maniera preponderante quando si parla di una carie: per curarla infatti è necessario l’utilizzo di uno strumento che a molti incute vero e proprio terrore, ovvero il trapano.

Tuttavia l’evoluzione e il progresso sociale ci hanno portati a numerose invenzioni che ci consentono di curare una carie, qualsiasi sia il suo stato, senza dolore o particolare fastidio da parte del paziente. Oggi infatti il vecchio e poco apprezzato trapano è stato sostituito dal laser, una tecnologia usata ormai in numerosi campi medici e che sta riscuotendo sempre più successo. In particolare, nel caso della carie, il laser permette di asportare la materia malata del dente al pari di un qualsiasi trapano, evitando però lo svantaggio più importante che quest’ultimo porta con sé, ovvero il dolore, più o meno importante, durante tutta la seduta e, di conseguenza, l’utilizzo di farmaci anestetizzanti per attutirlo. Inoltre, come ribadito negli articoli precedenti inerenti alle due principali tipologie di laser, a neodimio e a erbio, la laserterapia applicata alla cura delle carie si dimostra perfetta in pedodozia, per interventi di natura chirurgica rivolta a bambini.

L’articolo è un utile approfondimento per comprendere meglio tutto ciò che riguarda la laserterapia applicata alla cura delle carie. Capiremo come avviene, come si svolge la rimozione di una carie con laserterapia, quali sono i vantaggi, i benefici di cui un paziente può giovare, e quali sono i tempi di guarigione. Infine l’ultimo paragrafo è interamente dedicato all’applicazione del nostro #ProtocolloComar a tale tipologia di intervento.

Come viene curata una carie con tecnica a laserterapia?

Una carie può essere certamente curata con laserterapia. Si utilizza il laser a erbio, il quale consente di operare su tessuti duri, ovvero sul dente stesso. Si procede rimuovendo tutta la parte malata, il tessuto carioso, strato per strato, fino a pulizia ultimata. A volte, nei casi più complessi, è necessario terminare una seduta di laserterapia di una carie effettuando una leggera rifinitura con il trapano classico. Il vantaggio è che, anche in tali circostanze, il trapano verrà utilizzato solo per i passaggi finali dell’intervento. A seguito della rimozione della carie si procede sterilizzando la superficie trattata e procedendo con l’otturazione della cavità, formata a seguito della pulizia del dente. Tale operazione viene effettuata con l’ausilio di particolare materiale, come già citato negli approfondimenti precedenti. Per quanto riguarda i tempi di guarigione un intervento su carie eseguito con laserterapia non comporta nessuna differenza rispetto al metodo classico. Al termine della seduta infatti il dente può essere adoperato per la masticazione, senza alcun tempo di attesa e senza alcuna terapia farmacologica.

Vantaggi ottenuti curando la carie con laserterapia

Curare una carie mediante l’ausilio di strumentazione laser assicura numerosi vantaggi rispetto al metodo tradizionale, che comporta l’utilizzo del trapano. In seguito un breve elenco ci aiuta a fare chiarezza su quelli principali:

  • Quando l’intervento non è particolarmente complesso, ad esempio in caso di carie lieve o superficiale, è possibile procedere senza l’ausilio di terapia anestetizzante o farmaci.
  • Il paziente non prova particolare dolore o fastidio durante l’intera seduta.
  • Trattare con laserterapia una carie in pedodonzia (interventi di natura chirurgica sui bambini) è la scelta migliore, in quanto evita condizioni di dolore, di fastidio o di paura, spesso presente quando viene utilizzato il trapano.

L’intero intervento viene portato a termine in tempi più rapidi, in quando non sono necessarie interruzioni dovute a condizioni di malessere e fastidio provate dal paziente.

Protocollo Comar applicato ad un intervento di rimozione di una carie con laserterpia

Aspetto fondamentale da ricordare è che l’utilizzo di tale tecnologia per la cura delle carie garantisce al paziente qualcosa che noi ci auspichiamo da sempre, ovvero “l’assenza di dolore e il minimo disturbo”. Tuttavia le attenzioni che intendiamo rivolgere a chi ci dà fiducia sono diverse. Usare strumentazione medica specifica come un dispositivo laser a erbio presume esperienza e competenza. La manualità dei nostri operatori nella gestione degli strumenti di laserterapia garantisce massima efficacia e soluzioni definitive al problema della carie. Ma la nostra affidabilità non si limita a questo: dedichiamo molta attenzione ad ogni domanda e dubbio dei nostri pazienti, analizzando singolarmente ogni caso e offrendo il meglio per ciascuno di loro. #ProtocolloComar significa proprio questo: professionalità, rispetto e passione, per ogni nostro agire.

 

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