I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – seconda parte
Il Dottor Comar ha come principale obiettivo del suo operato quello di offrire i migliori servizi ai suoi clienti. Questo l’ha portato a scegliere nel tempo la migliore strumentazione medico – odontoiatrica presente sul mercato.
Non è un caso se, tra i suoi ultimi investimenti per lo Studio, vi è uno strumento particolarmente sofisticato e di ultima generazione, che si serve, per il suo funzionamento, anche dell’intelligenza artificiale. Si tratta dello Scanner Intraorale.
Nella prima lettura dedicata, già presente sulla pagina approfondimenti del sito, sono stati descritti i suoi aspetti più distintivi, dai suoi molteplici utilizzi al suo funzionamento.
Ora, in questa e nelle prossime letture l’utente avrà modo di comprendere altri dettagli rilevanti dello strumento, in termini sia generici, come ad esempio i vantaggi rivolti al paziente e al professionista, che specifici, in merito al modello di cui lo Studio è dotato, dalle sue caratteristiche tecniche alla sua manutenzione per l’utilizzo protratto nel tempo.
Differenza tra impronta digitale e impronta tradizionale
Nel corso degli anni molte operazioni e trattamenti effettuati presso le cliniche medico-odontoiatriche sono cambiate. Un tempo per ottenere un’impronta del cavo orale era necessario procedere con una strumentazione “analogica”, che prevedeva l’impiego di un’apposita placca metallica (o portaimpronta). Questa era quindi riempita di una speciale pasta e posta all’interno della bocca del paziente, dove restava per alcuni minuti, finché la stessa non assumeva la consistenza desiderata.
Tale procedura risultava però molto fastidiosa per il paziente: anche nei casi di maggiore sopportazione il fastidio era decisamente notevole. In alcune circostanze però potevano verificarsi situazioni ben più spiacevoli, con il rischio di eventuale riflesso vagale.
La causa principale di tali reazioni non era solo la presenza del cucchiaio d’impronta nel cavo orale, ma anche l’ansia, generata dal corpo estraneo in bocca. Spesso tali situazioni portavano a veri e propri circoli viziosi, causando il rischio di danneggiamento del calco ottenuto e la necessità di sottoporsi nuovamente alla procedura.
Per fortuna la scienza ha fatto passi da gigante. Le numerose scoperte tecnico scientifiche hanno portato alla nascita di strumentazione specifica, in grado di bypassare questa fastidiosa e complessa procedura.
Grazie allo Scanner Intraorale basta il semplice passaggio del manipolo in dotazione all’interno del cavo orale, con la certezza di risultati precisi e rapidi in pochi minuti. Anche per il paziente più ansioso la procedura con Scanner Intraorale è garantita: è infatti possibile effettuare brevi sospensioni momentanee nel corso dell’operazione, senza rendere necessaria la ripetizione della procedura dal principio.
Durata dell’operazione
L’operazione di presa d’impronta con lo Scanner Intraorale è davvero rapida. Lo strumento riesce a rilasciare immediatamente, tramite l’impiego di appositi software, un modello 3D del cavo orale analizzato. Ciò che si evince è una ricostruzione fedele e precisa della struttura delle arcate e degli elementi dentari.
Ad ogni modo non è possibile stabilire una durata precisa: tutto cambia a seconda della bocca, se questa ha maggiori o minori dimensioni o se ci sono più o meno difetti da analizzare con lo strumento.
Inoltre potrebbe essere che il paziente non riesca a sopportare l’intera operazione senza interruzioni, ad esempio a causa del riflesso vagale, dettaglio che rende necessario procedere più lentamente e con maggiore cautela. In caso di paziente medio, che quindi non presenta particolari problematiche o difetti da analizzare, l’operazione si conclude nell’arco di 3-5 minuti.
Perché con lo Scanner Intraorale non fa male?
Lo Scanner Intraorale è uno strumento assolutamente non invasivo. Grazie al suo manipolo è possibile completare l’intera operazione mettendo in pausa la procedura ove necessario e in estrema sicurezza per il paziente.
È quindi facile comprendere come questa operazione non arrechi il benché minimo danno, rispetto all’impiego della tradizionale impronta, la quale risultava estremamente fastidiosa e che incapace di consentire alcun tipo di interruzione in fase realizzativa.
Perché è preferibile evitare il metodo tradizionale?
L’impronta tradizionale, al contrario dello Scanner Intraorale, risulta maggiormente invasiva: il paziente subisce, per un lasso di tempo variabile, l’ingombro dello strumento nel cavo orale, con il rischio di far degenerare il tutto in sensazioni spiacevoli di vario tipo, ad esempio lo spostamento della lingua, il fastidio in gola o addirittura, in alcuni casi, il riflesso vagale.
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