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Terapia senza Dolore: Approfondimento Protocollo Comar – Parte 2

Terapia senza Dolore:

Approfondimento Protocollo Comar – Parte 2

Come abbiamo compreso nella prima parte di questo approfondimento, che è possibile leggere cliccando qui, il Protocollo Comar è un aspetto fondamentale dello Studio, un vero e proprio brevetto di affidabilità e di professionalità nei confronti dei pazienti, tanto da distinguerlo da tutte le altre cliniche dentali. Si tratta di una sorta di “modus agendi” fatto di tante piccole premure e attenzioni che i nostri operatori rivolgono quotidianamente ai propri assistiti.

Nonostante ciò il Protocollo Comar non è un manuale d’uso, una serie di azioni sempre uguali da svolgere. Queste infatti cambiano a seconda del tipo di intervento e di paziente da seguire: per questo motivo è necessario tener presente le specifiche esigenze dello stesso e le terapie da eseguire. In sintesi si può dire che alla base del nostro Protocollo c’è l’esperienza e la competenza degli operatori, ma anche concetti come il rispetto, il buon senso e l’umanità nei confronti dei bisogni altrui, le paure, i dubbi e le preoccupazioni che tutti noi abbiamo rispetto a ciò che esula dal nostro agire di routine.

Grazie alla prima parte dell’approfondimento abbiamo potuto comprendere come si applica il Protocollo a due dei maggiori interventi svolti presso lo Studio, in particolare l’ablazione e la devitalizzazione. Nel secondo invece avremo modo di osservare da vicino in cosa consiste il nostro Protocollo Comar in caso di pratica di ricostruzione ossea, e di conseguenza del possibile successivo inserimento di uno o più impianti, e di estrazione dentale, comprendendo, a grandi linee, come vengono eseguiti gli interventi, quando è necessario effettuarli e come può migliorare la terapia del dolore applicata ad ognuno di essi.

La ricostruzione ossea

In caso di denti precedentemente estratti o mancati il desiderio è quello di sostituirli, inserendo, laddove necessario, con nuovo impianto, sfoggiando nuovamente il sorriso di un tempo. Tuttavia, in questi casi, è molto comune il fenomeno della retrazione osseo/gengivale. Ciò significa che l’osso e/o la gengiva, per vari motivi, si possono assottigliare, rendendo necessaria la loro ricostruzione.

La presenza di osso insufficiente rende non idoneo l’inserimento di un impianto, mentre la gengiva mancante o scarsa può portare ad una durata più breve di quest’ultimo. La ricostruzione ossea è un passaggio fondamentale in questi casi, in quanto ripristina, o comunque aumenta, la quota ossea, rendendo possibile il successivo inserimento dell’impianto.

Un intervento di ricostruzione ossea può avvenire in diverse modalità, a seconda della condizione e delle necessità del paziente, attraverso varie tecniche chirurgiche, alcune poco invasive. La ricostruzione ossea avviene attraverso due modalità biologiche: la “osteoinduzione”, grazie all’inserimento di cellule ossee, prelevate ed inserite direttamente nella sede di deficit dell’osso; e la “osteoconduzione”, utilizzando materiale specifico, del tutto riassorbibile biologicamente nel corso del tempo. Inoltre è possibile riempire il difetto osseo con un mix di entrambi (osteoinduzione e osteoconduzione).

Il Protocollo Comar per la ricostruzione ossea e successivo inserimento dell’impianto

A fare la differenza in termini di dolore e fastidio durante un intervento di ricostruzione ossea sono le attenzioni e le premure che gli operatori dello Studio riservano ad ogni paziente. Ogni caso infatti per noi è unico e proprio per tale ragione va seguito singolarmente. Durante la fase di colloquio il paziente potrà esternare tutti i suoi dubbi, avendo cura nel descrivere ciò a cui è più sensibile e se sussistono eventuali paure e problematiche specifiche. Così facendo l’operatore riuscirà a comprendere tutte le sue necessità e potrà procedere di conseguenza.

Applicare il Protocollo Comar ad un intervento di ricostruzione ossea vuol dire non solo evitare errori e procedere in modo preciso, ma anche utilizzare gli strumenti medici con estrema cautela e modulare l’utilizzo dei medicamenti e dei farmaci a seconda dell’occorrenza. Altro aspetto davvero fondamentale per noi è rimanere aggiornati sulle nuove tecnologie, servendosi di tecniche e di attrezzature sempre più moderne e all’avanguardia, ma soprattutto capaci di arrecare meno dolore e di ridurre i tempi di chirurgia e di guarigione. Non di meno la tecnica chirurgica e la delicatezza dell’operatore possono fare una grande differenza.

Anche durante l’inserimento degli impianti il Protocollo Comar può e deve essere applicato, secondo le necessità del paziente. Completato il processo di rigenerazione ossea infatti, un nuovo colloquio tra operatore e paziente metterà in chiaro come intervenire senza arrecare fastidi e dolore indesiderati. Si procede con l’anestesia completa pre intervento, rendendo totalmente insensibile la zona da trattare. Le tecniche d’intervento, moderne e all’avanguardia, permettono di completare la seduta in tempi minori, ma soprattutto di limitare dolori e fastidi in seguito. Qualora il paziente accusasse sensazione di malessere durante le fasi post operatorie è comunque possibile ricorrere all’utilizzo della terapia farmacologica, differente a seconda dei casi e delle esigenze. L’utilizzo della tecnologia, attraverso una preventiva pianificazione digitale dell’inserimento implantare, fa anch’essa la differenza.

L’estrazione dentale

L’estrazione dentale è la pratica chirurgica che consente di eliminare, di togliere, il dente compromesso, rimuovendolo dalla sede in cui era originariamente alloggiato e servendosi dell’utilizzo di specifici strumenti. Tante sono le cause per cui un dente deve essere estratto. Uno dei casi più comuni è quello del dente del giudizio, da considerarsi un esempio classico di dente incluso o semi incluso nella gengiva, ma non solo.

L’estrazione è necessaria anche in caso di denti che hanno subito gravi danni, una rottura non superficiale, oppure quando i denti risultano sovrannumerari, in numero maggiore rispetto a quelli che possono comodamente essere ospitati nell’arcata dentale.

L’operazione si svolge con tre passaggi. Il primo è l’anestesia, a cui segue la lussazione, il cui scopo è quello di smuovere il dente dalla sede in cui era collocato, per poi rimuoverlo senza forza né grandi impedimenti dalla superficie ossea, ovvero l’estrazione vera e propria.

Il Protocollo Comar per l’estrazione

Per tutti i tre passaggi sopra descritti relativi a questa tipologia d’intervento viene applicato il nostro Protocollo, attuo a minimizzare, per quanto possibile, dolori o fastidi al paziente. La prima operazione che effettuiamo, un passaggio standard per tutti le tipologie di intervento, è sempre quella di svolgere un approfondito colloquio, che possa farci comprendere la soglia di dolore, eventuali dubbi o problematiche e se esistono alcune questioni che è preferibile tenere a mente durante tutte le fasi d’intervento.

Durante l’anestesia è fondamentale somministrare il dosaggio farmacologico più adatto, affinché il paziente non viva l’intervento con sofferenza. La lussazione deve essere effettuata da mani esperte e precise, evitando errori o particolari complicazioni che possano arrecare disagio. È importante procedere con cautela, senza creare fratture alla radice del dente o lacerazioni a carico dei tessuti. Và specificato che con strumenti di ultima generazione è altresì possibile eseguire estrazioni complicate in maniera veloce e atraumatica

L’estrazione va eseguita solo quando il dente risulta completamente “staccato” dall’osso e dalla gengiva, al fine di evitare eccessivo dolore e sanguinamenti gengivali. Anche al termine dell’operazione chirurgica il paziente seguito dal Dottor Comar non subirà nessuna particolare sofferenza, in quanto seguito in tutto decorso di guarigione ed, eventualmente, con l’ausilio di specifica terapia farmacologica.

 

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Terapia senza Dolore: Approfondimento Protocollo Comar – Parte 1

Terapia senza Dolore:

Approfondimento Protocollo Comar – Parte 1

Nei precedenti articoli, come pure nei seguenti, è possibile trovare numerosi approfondimenti in merito alle diverse patologie del cavo orale, nonché ai relativi interventi volti a risolvere le stesse. Tuttavia è fondamentale per noi porre scrupolosa attenzione alla questione della terapia del dolore, in quanto tale aspetto risulta non solo molto importante, ma anche una pratica particolarmente sentita presso il nostro Studio.

Negli anni il Dottor Comar ha sviluppato una serie di accorgimenti e attenzioni da rivolgere ai suoi pazienti, al fine di mettere gli stessi quanto più possibile a loro agio. Aspetto certamente da citare è la sua “empatia odontoiatrica”, in altre parole un modo attento di agire, che permette di entrare, con estrema facilità, in empatia con il paziente e, di conseguenza, avere la possibilità di comprendere l’origine delle sue paure e dei suoi dubbi. Procedendo in tal modo l’operatore ha anche l’opportunità di capire eventuali problematiche e dolori del paziente, prevedendo la loro insorgenza o sanandoli quanto prima qualora si presentassero durante l’intervento, nel caso in cui il paziente non avesse espresso totalmente il suo disagio nella fase di colloquio precedente.

Altra questione che merita di essere menzionata sono le tecniche e le procedure attuate per effettuare l’anestesia. Si tratta di una pratica perfezionata nel corso degli anni che, insieme all’utilizzo di varie procedure chirurgiche poco invasive, permettono al paziente di non provare dolore, o comunque il minore possibile nei casi più complessi.

Questi e molti altri accorgimenti li abbiamo riassunti con il nome di “Protocollo Comar”.

Nel corso degli articoli a riguardo è possibile approfondire molti aspetti inerenti al nostro Protocollo, prestando particolare attenzione a tutte le tipologie d’intervento, che siano esse di natura chirurgica e non, effettuate in Studio. In questa lettura in particolare parleremo di ablazione del tartaro e di devitalizzazione, ma soprattutto della terapia del dolore sviluppata per ciascuna di esse.

L’ablazione

L’ablazione è forse l’intervento maggiormente operato in Studio sui nostri pazienti. La causa della ricorrenza di svolgimento della seguente pratica chirurgica sta nel fatto che non è facile seguire sempre una corretta igiene dei nostri denti. L’accumulo di cibo non deterso nel cavo orale infatti, nel corso del tempo, può generare, sullo smalto dentale, la comparsa di placca e tartaro.

L’ablazione, se svolta con regolarità, è quindi la soluzione migliore per ovviare a questo problema. Nonostante ciò la paura del dentista per molte persone crea dubbi e incertezze, con la conseguenza di una messa in atto di “atteggiamenti scudo” che ritardano le sedute di controllo. Proprio per evitare l’insorgenza di questo modo di agire del paziente, presso il nostro Studio sono state messi a punto una serie di accorgimenti, il Protocollo Comar appunto. Grazie a ciò è possibile affrontare con serenità l’intervento di ablazione e ottenere il sorriso tanto auspicato.

Il Protocollo Comar per l’ablazione

Di fronte a un paziente odontofobico o dubbioso è fondamentale compiere un’analisi, da riferire in seguito al diretto interessato, riguardo le cause per cui è possibile provare dolore in caso di intervento di ablazione. In questo modo sarà più semplice per l’operatore intervenire in base alle caratteristiche del paziente. Le cause del dolore sono così riassumibili:

  • L’inadeguata modulazione della potenza del macchinario impiegato, senza quindi valutare accuratamente la sensibilità del paziente.
  • Un utilizzo errato e inesperto della strumentazione specifica da parte dell’operatore, ad esempio utilizzando una “punta” sbagliata rispetto alla sensibilità del paziente.
  • Un’errata o assente cura farmacologica pre intervento, la quale risulta necessaria se si è in presenza di stato infiammatorio. E’ importante quindi eliminare, almeno in parte e in maniera preventiva, la placca, grazie ad appositi risciacqui orali. Ciò permetterà al paziente di ridurre l’infiammazione e di avvertire meno dolore. Solo allora sarà possibile proseguire con l’intervento di ablazione.
  • In caso di sensibilità molto forte, quando dunque gli accorgimenti del Protocollo Comar non fossero sufficienti ad evitare o limitare al minimo dolore, significa che probabilmente siamo di fronte ad una soglia del dolore estremamente bassa. In questo caso è preferibile procedere con ablazione manuale (detta nel linguaggio tecnico-dentistico “scaling”) o con anestesia.

La devitalizzazione

Un altro intervento fortemente operato qui in Studio è la devitalizzazione. Infatti, se colui che effettua l’intervento non è particolarmente attento nelle fasi iniziali, il paziente nel corso della terapia potrebbe accusare dolore e fastidi, il che renderebbe l’intero decorso chirurgico difficile e fastidioso da affrontare. Il dolore che il paziente potrebbe provare, spesso causa della necessità di procedere con tale pratica chirurgica, è dato dallo stato della polpa dentale, presente all’interno del dente traumatizzato.

Se quest’ultima risultasse parzialmente necrotica, la componente vitale residua creerebbe una resistenza all’effetto dell’anestetico, portando il paziente a provare fastidio, o addirittura dolore, in fase d’intervento, nonostante la preventiva anestesia. Vediamo quindi nel dettaglio il Protocollo effettuato in tale circostanza.

Il Protocollo Comar per la devitalizzazione

Come precedentemente citato è fondamentale valutare, prima di operare, lo stato della polpa, se quindi quest’ultima risulta ancora vitale o del tutto necrotica.

In caso di polpa necrotica, quindi completamente morta, basterà effettuare una semplice anestesia prima di procedere con l’intervento, al fine di evitare fastidi durante l’intervento. In caso contrario, se siamo in presenza di nervi parzialmente vitali e non del tutto morti, come già detto in precedenza, è possibile che il paziente possa provare spiacevoli dolori. In quel caso è necessario proporre allo stesso una preventiva terapia farmacologica antinfiammatoria ed una più specifica medicazione.

Procedendo in questo modo, quando i nervi e la polpa saranno completamente “sfiammati”, si potrà procedere con l’anestesia e quindi con la seduta. Attraverso questi e altri accorgimenti effettuati durante la devitalizzazione si eviterà la sensazione dolorosa.

Nella seconda parte dell’approfondimento, di cui è possibile trovare la lettura cliccando qui, analizzeremo gli altri due principali interventi chirurgici effettuati presso lo Studio del Dottor Comar, ovvero la chirurgia ricostruttiva-rigenerativa, seguita spesso dall’inserimento di uno o più impianti dentali, e la chirurgia estrattiva.

 

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Terapia senza Dolore: l’ablazione – Parte 7

Terapia senza Dolore:

l’ablazione

Oltre alla devitalizzazione, di cui abbiamo approfondito l’argomento nei precedenti articoli presenti in questa sezione del sito, è giusto soffermarci anche sull’ablazione. Questa, insieme alla devitalizzazione infatti, è uno degli interventi maggiormente praticati presso lo StudioComar, in quanto connessa ad un’abitudine errata molto diffusa, ovvero la scarsa igiene orale.

Attraverso la lettura è possibile comprendere tutti gli aspetti più significativi di questo genere di pratica odontoiatrica, sanando domande e dubbi che ogni paziente
potrebbe porsi in merito.

Cos’è l’ablazione

Si definisce ablazione del tartaro (o detartrasi) un intervento svolto da un odontoiatra al fine di rimuovere la placca e il tartaro presenti sulla superficie dentale. Quest’ultimi possono essere sia in evidenza sia sotto la gengiva. Lo scopo dell’intervento è quello di limitare meccanicamente la proliferazione batterica nel cavo orale e future infiammazioni alle gengive, con conseguente sviluppo di lesioni cariose.

Le fasi di trattamento dell’ablazione

Un comune processo di ablazione richiede diversi passaggi. È fondamentale, prima di procedere con l’intervento, valutare il caso specifico. In questo modo l’odontoiatra insieme al paziente valuteranno il modo migliore di intervenire, anche attraverso un’adeguata terapia del dolore. Proprio riguardo questo argomento si consiglia di approfondire con la lettura dell’articolo dedicato al Protocollo Comar.

Si inizia quindi con una fase pre operatoria, in cui non solo si discute come affrontare l’ablazione ma anche, qualora fosse necessario, la somministrazione di un trattamento farmacologico mirato, per escludere l’infiammazione presente.

In seguito si procede con l’intervento, attraverso l’asportazione di placca e tartaro. In caso di forte sensibilità da parte del paziente è previsto l’ausilio dell’anestesia. L’ablazione può essere svolta sia con strumentazione apposita sia manualmente, sempre nel pieno rispetto della soglia del dolore del paziente.

L’intero processo di rimozione del tartaro dalla superficie dentale può richiedere una come più sedute, sempre valutando il caso specifico.

Effetti positivi post intervento

Nonostante la quotidiana pulizia domestica venga effettuata con cura, è possibile che rimangano sui nostri denti alcuni depositi di placca, la quale se non adeguatamente asportata e rimossa determina una formazione calcifica, ovvero il tartaro. Le zone più “ostiche” della bocca in questo senso, o meglio le zone in cui è più difficile pulire con attenzione il cavo orale, riguardano i punti “nascosti”, come ad esempio gli spazi interdentali ed in prossimità delle gengive. Col tempo queste zone più di altre possono essere soggette ad accumulo di placca e quindi di tartaro.

Sottoporsi a controlli periodici e di conseguenza a sedute di igiene dentale assicura al paziente non solo denti più sani e puliti, ma anche la possibilità di evitare patologie a carico di apparati diversi, oltre a quelle del cavo orale, in particolare dell’apparato cardiovascolare.

Effetti di una scorretta igiene orale

Una scorretta igiene orale, spesso difficile nonostante l’ausilio dello spazzolino, del filo interdentale e del collutorio, genera a causa della proliferazione dei batteri la formazione di placca, tartaro e infiammazione gengivale. Inoltre quest’ultima può a lungo termine sviluppare una parodontite, più comunemente nota come piorrea.

Per avere ulteriori informazioni su questa tipologia di patologia o di qualsiasi altro genere, non esitare nel contattarci.

 

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