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Trattamenti di Medicina Estetica: il Laser per la rimozione dei tatuaggi non colorati

Trattamenti di Medicina Estetica: il Laser per la rimozione dei tatuaggi non colorati

Il tatuaggio, nel tempo, è diventato un vero e proprio status symbol, un aspetto molto caratterizzante della nostra cultura e della nostra società. Tante sono le persone in Italia che ne hanno almeno uno, più di 7 milioni, frutto anche dell’influenza dei vari personaggi dello spettacolo, che sfoggiano i loro tatuaggi con orgoglio, di dimensioni più o meno grandi e disposti in varie parti del corpo. 

A volte capita che, proprio a causa delle influenze culturali o della mancata ponderazione della scelta, ci pentiamo del tatuaggio con cui abbiamo deciso di marchiare la nostra pelle, per varie ragioni. In questi casi c’è un’unica, nonché efficace, soluzione al problema, ovvero la rimozione del tatuaggio mediante Laser

Ma quando ci troviamo in questa situazione e dobbiamo affrontare la seduta, tante sono le domande che possono palesarsi nella nostra mente, ad esempio se il trattamento è doloroso, se la rimozione è totale o parziale, quali tatuaggi il Laser può trattare con efficacia, come funziona il trattamento, ma soprattutto se, nel lungo termine, permangono nell’area d’intervento segni o cicatrici. 

Questa lettura, come quella che seguirà, avrà lo scopo di sanare questi dubbi, in modo tale da poter effettuare la propria seduta di rimozione tatuaggio in totale sicurezza e con le informazioni necessarie.

In cosa consiste la rimozione dei tatuaggi con Laser?

La rimozione laser dei tatuaggi è una prestazione ambulatoriale dermatologica effettuata per mezzo di questo particolare dispositivo medico, il Laser. La Laserterapia agisce in molteplici modi, tutti allo scopo di contrastare le più comuni imperfezioni della pelle, dalle lassità cutanee alle discromie. Tuttavia, allo stesso modo agisce anche sui tatuaggi (non colorati), avendo come bersaglio il pigmento esogeno presente in essi. 

Il Laser è uno strumento capace di emettere impulsi di luce ad alta frequenza. Tali impulsi sono di breve durata e, penetrando nei vari strati dell’epidermide, frammentano il pigmento, il quale viene poi asportato dalle cellule “spazzine”, i macrofagi.

I frammenti, nel corso dei giorni successivi al trattamento, verranno fagocitati ed eliminati dai macrofagi presenti nella cute, rendendo l’area trattata come in principio. Grazie alla Laserterapia è possibile agire a molteplici livelli di profondità cutanea mediante l’utilizzo di diverse lunghezze d’onda tra loro combinate.

Differenza tra la rimozione dei tatuaggi nel passato e oggi

Fino a pochi anni fa rimuovere un tatuaggio era un’azione quasi impossibile. Qualora si decidesse di procedere comunque, il professionista avrebbe dovuto subito mettere in guardia il paziente: l’operazione infatti era davvero dolorosa e molto invasiva. Al termine dell’intervento seguivano molti giorni di medicamenti e riposo, al termine dei quali il paziente avrebbe raggiunto la totale guarigione. 

Si procedeva tramite operazione chirurgica. La pelle veniva incisa per mezzo di un bisturi e il tatuaggio veniva fisicamente rimosso. Al termine dell’intervento, quando la guarigione poteva essere considerata completa, sulla cute rimaneva un’evidente cicatrice, segno che sarebbe rimasto per tutta la vita. 

Oggi il trattamento per rimuovere i tatuaggi poco graditi è molto diverso. La Laserterapia infatti è del tutto indolore e non lascia alcun segno post intervento, che siano essi cicatrici o macchie, e non necessita di alcun periodo di guarigione. Il tatuaggio, dopo l’intervento con laser, scompare quasi naturalmente e in maniera progressiva nel corso dei giorni, fino alla totale dissoluzione del pigmento.

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – quarta parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – quarta parte

Nelle precedenti letture inerenti allo Scanner Intraorale abbiamo compreso di cosa si tratta in tutti i suoi aspetti principali. 

È uno strumento ormai molto impiegato in campo medico-odontoiatrico, che permette al professionista di procedere in maniera rapida e precisa nell’ottenimento delle impronte, in modalità del tutto indolore e poco invasiva per il paziente. I risultati sono sempre ottimali, con precisione a livello micrometrico, volto alla garanzia dell’ottenimento di manufatti protesici molti vicini alla soglia di perfezione. 

Con questo articolo il discorso entrerà ancora più nel particolare: protagonista sarà infatti il modello presente presso lo studio del Dottor Comar. Avremo modo conoscere nel dettaglio le sue caratteristiche tecniche, il suo funzionamento e la sua manutenzione.

Caratteristiche tecniche dello Scanner Intraorale dello Studio

La scelta maturata dal Dottor Comar l’ha portato a inserire nel suo Studio uno dei migliori strumenti tecnici di questa tipologia. 

Si tratta di un modello di ultima generazione, dotato di intelligenza artificiale. Grazie alle speciali telecamere in 4K ultra HD il risultato è davvero ottimale: l’impronta ottenibile raggiunge una precisione micrometrica, nonché un modello delle strutture dentarie molto fedele all’originale. 

L’aspetto più rappresentativo di questo strumento è la sua diagnosi precoce, ma al contempo accurata, capace di analizzare con estrema cura le condizioni dentali.

Il manipolo, passando lungo le arcate dentali, riproduce in tempo reale immagini chiare e mirate, permettendo diagnosi perfette e una documentazione completa della salute del paziente. 

Manutenzione della strumentazione

La manutenzione dello Scanner Intraorale presente presso lo studio del Dottor Comar è davvero semplice e non si differenzia da quella di un qualsiasi altro dispositivo del genere. 

Il passaggio fondamentale da eseguire è la sterilizzazione dell’apparecchiatura. Tale passaggio viene di norma eseguito passando il manipolo sotto un getto dell’acqua corrente e disinfettando lo stesso in seguito con soluzioni sterilizzanti. 

Si procede quindi asciugando la strumentazione con apposite garze assorbenti. A questo punto il manipolo è pronto per la fase di sterilizzazione vera e propria. Viene smontato dal resto del dispositivo, ricoperto con apposite garze assorbenti e posto all’interno di speciali sacchetti, destinati alla disinfezione della strumentazione medica. 

La sterilizzazione avviene in appositi macchinari mediante vapore ad alta temperatura, a 131°C, per un lasso di tempo tra i 6 e i 15 minuti.

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – terza parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – terza parte

Abbiamo avuto modo, nei precedenti articoli dedicati allo Scanner Intraorale, di conoscere alcuni dei suoi aspetti più importanti e rappresentativi, in primis che tipo di strumentazione è, perché risulta così utile in campo medico-odontoiatrico, come funziona, ma soprattutto perché rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica per la presa d’impronta del cavo orale, in termini di tempo, praticità, semplificazione della procedura e di limitazione dei possibili effetti collaterali subiti dal paziente.

Ma quali sono gli effettivi vantaggi di cui sia il paziente sia il professionista possono beneficiare? 

Il Dottor Comar, da sempre attento al mondo della tecnologia e dell’innovazione in campo medico, si è posto proprio questa domanda, giungendo alla conclusione dell’effettiva utilità di dotarsi di questo strumento.

Con la lettura che segue andremo a fare chiarezza sui benefici che lo Scanner Intraorale può offrire rispetto all’impronta tradizionale, per poi scoprire nel dettaglio, nel prossimo articolo, le caratteristiche tecniche principali di cui il modello in Studio è dotato.

Vantaggi per il paziente

Sono molti i vantaggi di cui il paziente può beneficiare dall’utilizzo dello Scanner Intraorale. Rispetto al sistema tradizionale, il vantaggio principale risiede nel fatto che è quasi impossibile provare dolore o fastidio durante l’intera operazione. 

Ciò ha una conseguenza positiva, ovvero la riduzione significativa dei tempi necessari per l’ottenimento delle impronte. La procedura inoltre non necessiterà di una seconda seduta: il risultato potrà essere visto e analizzato in tempo reale grazie al monitor di cui lo strumento è fornito e il paziente potrà ricevere subito spiegazioni chiare e precise sulla modalità d’intervento del professionista.

In sintesi vantaggi che il paziente può ottenere dall’uso dello Scanner Intraorale, a differenza dell’impronta tradizionale, sono i seguenti:

  • è uno strumento poco invasivo, che garantisce meno fastidio durante l’operazione rispetto all’uso della tradizionale pasta e cucchiaio d’impronta metallico; 
  • è perfetto per coloro che soffrono di disagi legati a riflesso vagale, che può causare sensazione di nausea e vomito;
  • l’intera procedura è molto rapida e può essere portata a termine in pochi minuti anche nei casi più problematici;
  • consente l’interruzione dell’operazione in qualsiasi momento, riprendendolo in maniera naturale e senza problemi da dove ci si era fermati, al contrario del metodo tradizionale, per cui la procedura deve ricominciare daccapo;
  • non è necessaria una seconda seduta per visionare e analizzare con il paziente le modalità d’intervento grazie al monitor di cui lo strumento è dotato, con la certezza di ottenimento dell’impronta in tempo reale;
  • l’impronta rilevata è altamente fedele all’originale, grazie alla sua rivelazione del cavo orale con uguaglianza micrometrica, in micron; 
  • è possibile evitare la “doppia/multi impronta”, ovvero la necessità di riprendere il calco e scartare quelli meno attendibili e fedeli al cavo orale, con la positiva conseguenza di riduzione tempi di permanenza del paziente in studio;
  • permette una maggior pulizia, evitando il rischio di paste e alginati su parti del viso, sui capelli e sui vestiti del paziente.

Vantaggi per il professionista

Lo Scanner Intraorale non offre solo molti vantaggi al paziente, ma anche al professionista. L’intera operazione sarà per lui molto più semplice e automatizzata, ma soprattutto incredibilmente rapida, avendo modo di valutare, in un’unica seduta, tutti gli interventi da proporre al paziente. 

Avendo subito sottomano il modello 3D da analizzare, attraverso il monitor, il professionista potrà ripetere l’operazione ove necessario subito dopo, lavorando su piccole ed eventuali imperfezioni dell’impronta. 

Allo stesso modo, tramite lo stesso strumento, potrà inviare il file all’Odontotecnico, che potrà quindi occuparsi immediatamente del manufatto protesico, senza necessità di spostamenti fisici e riducendo al minimo i tempi tecnici.

I vantaggi di cui il professionista può beneficiare grazie allo Scanner Intraorale possono essere così riassunti:

  • l’intero procedimento per l’ottenimento delle impronte risulta estremamente rapido;
  • il suo manipolo, con il suo peso leggero e la sua incredibile maneggevolezza, rende il lavoro estremamente agevole in ogni passaggio;
  • è possibile ottenere le impronte e analizzare l’intervento necessario in un’unica seduta, grazie ad uno speciale software che riproduce il modello sul monitor in tempo reale;
  • con il modello immediatamente sottomano è possibile correggere eventuali imperfezioni del calco 3D passando il manipolo laddove necessario;
  • si può inviare il file del modello in pochi rapidi passaggi al medico odontoiatra grazie allo stesso strumento;
  • il file può essere anche stampato, al fine di ottenere un documento che può essere consegnato a colleghi e pazienti.

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – seconda parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – seconda parte

Il Dottor Comar ha come principale obiettivo del suo operato quello di offrire i migliori servizi ai suoi clienti. Questo l’ha portato a scegliere nel tempo la migliore strumentazione medico – odontoiatrica presente sul mercato. 

Non è un caso se, tra i suoi ultimi investimenti per lo Studio, vi è uno strumento particolarmente sofisticato e di ultima generazione, che si serve, per il suo funzionamento, anche dell’intelligenza artificiale. Si tratta dello Scanner Intraorale

Nella prima lettura dedicata, già presente sulla pagina approfondimenti del sito, sono stati descritti i suoi aspetti più distintivi, dai suoi molteplici utilizzi al suo funzionamento

Ora, in questa e nelle prossime letture l’utente avrà modo di comprendere altri dettagli rilevanti dello strumento, in termini sia generici, come ad esempio i vantaggi rivolti al paziente e al professionista, che specifici, in merito al modello di cui lo Studio è dotato, dalle sue caratteristiche tecniche alla sua manutenzione per l’utilizzo protratto nel tempo.

Differenza tra impronta digitale e impronta tradizionale

Nel corso degli anni molte operazioni e trattamenti effettuati presso le cliniche medico-odontoiatriche sono cambiate. Un tempo per ottenere un’impronta del cavo orale era necessario procedere con una strumentazione “analogica”, che prevedeva l’impiego di un’apposita placca metallica (o portaimpronta). Questa era quindi riempita di una speciale pasta e posta all’interno della bocca del paziente, dove restava per alcuni minuti, finché la stessa non assumeva la consistenza desiderata. 

Tale procedura risultava però molto fastidiosa per il paziente: anche nei casi di maggiore sopportazione il fastidio era decisamente notevole. In alcune circostanze però potevano verificarsi situazioni ben più spiacevoli, con il rischio di eventuale riflesso vagale

La causa principale di tali reazioni non era solo la presenza del cucchiaio d’impronta nel cavo orale, ma anche l’ansia, generata dal corpo estraneo in bocca. Spesso tali situazioni portavano a veri e propri circoli viziosi, causando il rischio di danneggiamento del calco ottenuto e la necessità di sottoporsi nuovamente alla procedura.

Per fortuna la scienza ha fatto passi da gigante. Le numerose scoperte tecnico scientifiche hanno portato alla nascita di strumentazione specifica, in grado di bypassare questa fastidiosa e complessa procedura. 

Grazie allo Scanner Intraorale basta il semplice passaggio del manipolo in dotazione all’interno del cavo orale, con la certezza di risultati precisi e rapidi in pochi minuti. Anche per il paziente più ansioso la procedura con Scanner Intraorale è garantita: è infatti possibile effettuare brevi sospensioni momentanee nel corso dell’operazione, senza rendere necessaria la ripetizione della procedura dal principio.

 

Durata dell’operazione

L’operazione di presa d’impronta con lo Scanner Intraorale è davvero rapida. Lo strumento riesce a rilasciare immediatamente, tramite l’impiego di appositi software, un modello 3D del cavo orale analizzato. Ciò che si evince è una ricostruzione fedele e precisa della struttura delle arcate e degli elementi dentari. 

Ad ogni modo non è possibile stabilire una durata precisa: tutto cambia a seconda della bocca, se questa ha maggiori o minori dimensioni o se ci sono più o meno difetti da analizzare con lo strumento. 

Inoltre potrebbe essere che il paziente non riesca a sopportare l’intera operazione senza interruzioni, ad esempio a causa del riflesso vagale, dettaglio che rende necessario procedere più lentamente e con maggiore cautela. In caso di paziente medio, che quindi non presenta particolari problematiche o difetti da analizzare, l’operazione si conclude nell’arco di 3-5 minuti.

Perché con lo Scanner Intraorale non fa male?

Lo Scanner Intraorale è uno strumento assolutamente non invasivo. Grazie al suo manipolo è possibile completare l’intera operazione mettendo in pausa la procedura ove necessario e in estrema sicurezza per il paziente

È quindi facile comprendere come questa operazione non arrechi il benché minimo danno, rispetto all’impiego della tradizionale impronta, la quale risultava estremamente fastidiosa e che incapace di consentire alcun tipo di interruzione in fase realizzativa. 

Perché è preferibile evitare il metodo tradizionale?

L’impronta tradizionale, al contrario dello Scanner Intraorale, risulta maggiormente invasiva: il paziente subisce, per un lasso di tempo variabile, l’ingombro dello strumento nel cavo orale, con il rischio di far degenerare il tutto in sensazioni spiacevoli di vario tipo, ad esempio lo spostamento della lingua, il fastidio in gola o addirittura, in alcuni casi, il riflesso vagale

 

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Trattamenti di Medicina Estetica: L’Ossigenoterapia

Trattamenti di Medicina Estetica: L’Ossigenoterapia

Tutti lo sanno: ciò di cui abbiamo più bisogno per vivere bene è di ossigenarci al meglio. L’ossigeno è una molecola di cui tutto il nostro corpo beneficia con l’assunzione, compresa la pelle. 

Per tale ragione l’Ossigenoterapia Estetica ha rappresentato un vero e proprio must have per tutti coloro che desiderano avere un aspetto fresco e luminoso immediato, magari in vista di un evento importante. L’effetto in questo particolare trattamento viene amplificato dall’uso di specifici principi attivi, che possono essere intercambiati in base alle esigenze cutanee del paziente.

Noi di Studio Comar siamo sempre al passo con i tempi dal punto di vista della Medicina Estetica, offrendo alla nostra ampia clientela le migliori soluzioni ai più comuni inestetismi cutanei. 

Tra questi c’è anche l’Ossigenoterapia, di cui forniamo qualche approfondimento in questo articolo: in particolare scopriremo cos’è, come funziona, quali vantaggi si possono ottenere e come è possibile mantenerli nel tempo.

Cos’è l’Ossigenoterapia?

L’Ossigenoterapia è una particolare tipologia di trattamento estetico che si serve dell’ossigeno per migliorare l’aspetto della pelle, in particolare quella del viso. Non a caso si usa il termine terapia, in quanto la pelle ha bisogno dell’ossigeno, soprattutto se attraverso un flusso concentrato come quello prodotto da questo tipo di strumento.

Negli ultimi anni l’Ossigenoterapia non solo ha iniziato a diffondersi, ma è diventata un vero e proprio rimedio di bellezza, che si può trovare in buona parte dei centri estetici e delle spa. 

L’Ossigenoterapia è un trattamento che si svolge tramite l’ausilio di specifica apparecchiatura, in questo caso un aerografo, in grado di emettere ossigeno ad alta concentrazione, insieme ad un principio attivo, una sostanza scelta in base alle caratteristiche e alle esigenze cutanee del paziente.

Come funziona un trattamento di Ossigenoterapia?

L’Ossigenoterapia al viso viene effettuata mediante l’uso di un macchinario che eroga il flusso di ossigeno attraverso apposita strumentazione. L’aparecchio è inoltre dotato di un particolare contenitore, nel quale vengono inserite delle sostanze attive, come l’acido ialuronico, il collagene, l’elastina o altri principi attivi schiarenti. Offre un effetto immediato, donando al viso un aspetto fresco, ringiovanito e idratato. È adatto a:

  •  pelli spente, segnate, dall’aspetto ingrigito e poco salubre;
  • ai fumatori, i quali hanno spesso la pelle che necessita di un boost di idratazione;
  • alle pelli che tendono per natura ad essere secche, quindi a segnarsi facilmente;

Un trattamento di Ossigenoterapia si completa con rapidità, in circa 5 minuti. Tale tempo si duplica o si triplica se devono essere trattate due o più aree cutanee contemporaneamente.

Vantaggi e mantenimento dei risultati ottenuti

I vantaggi di cui il paziente può beneficiare in seguito ad un trattamento di Ossigenoterapia è di natura principalmente estetica: al termine della seduta infatti i risultati sono immediati, ottenendo in breve tempo un viso dall’aspetto più giovane, sano e fresco. È quindi una soluzione efficace per chi desidera un rinnovamento del proprio tessuto cutaneo in breve tempo, magari in vista di un evento importante.

Tuttavia per mantenere gli effetti nel tempo è necessario ripeterlo con la giusta frequenza, in quanto, nonostante offra un effetto idratante e ringiovanente immediato, questo non rimane a lungo, o perlomeno solo parzialmente.

Protocollo Comar applicato ad un trattamento di Ossigenoterapia

Seppur l’Ossigenoterapia sia un trattamento del tutto indolore e, in alcuni casi, anche piacevole, visto l’effetto fresco del flusso d’aria diretto al proprio viso, questo non è per noi un buon motivo per procedere senza serietà e professionalità. In ogni seduta infatti i nostri operatori agiscono con estrema manualità, al fine di ottenere i migliori risultati possibili. 

Sono proprio le piccole premure e accortezze che contraddistinguono Studio Comar dalla concorrenza, affinché ogni nostro paziente non solo si senta soddisfatto dei risultati, ma desideri anche tornare da noi, per una nuova seduta utile per vedersi con un aspetto più piacevole.

 

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Trattamenti di Medicina Estetica: Laser per la rimozione delle discromie cutanee – prima parte

Trattamenti di Medicina Estetica: Laser per la rimozione delle discromie cutanee – prima parte

Capita spesso che, con l’avanzare dell’età, alcune antiestetiche macchie compaiano in specifiche aree cutanee del nostro corpo, in particolare quelle maggiormente fotoesposte, come ad esempio il dorso delle mani, il viso, il collo e il décolletéSi tratta di una forma di alterazione, molto comune, dei meccanismi predisposti alla regolazione della biosintesi e che porta, nelle aree appena descritte, all’accumulo della melanina. 

Un valido aiuto per riportare la pelle al suo stato originale è la terapia con il Laser. Si tratta di una tipologia di trattamento ormai molto diffusa, nonchè altrettanto efficace, il quale è capace, in un sola seduta, di garantire risultati ottimali, sia nel breve che nel lungo termine. 

Nel corso della prima parte della lettura dedicata scopriremo cos’è la rimozione laser delle discromie cutanee, su quali tipi di problematiche agisce, ma soprattutto quali sono i vantaggi di cui il paziente può beneficiare, grazie alle giuste accortezze duante la fase post trattamento.

In cosa consiste la rimozione delle discromie cutanee con Laser?

Esistono svariate tipologie di trattamento estetico capaci di combattere le discomie cutanee. Tuttavia quella ad oggi più efficace è la Laserterapia. È una particolare tipologia di trattamento nata nel corso degli ultimi anni, il cui principale scopo è l’eliminazione le macchie che, a causa di vari fattori, possono comparire su viso, mani e altre aree del corpo. 

Agisce in maniera estremamente efficace su discromie isolate, soprattutto se queste risultano di grandi dimensioni. In commercio è possibile trovare varie tipologie di laser, ma quelle più utilizzate per la rimozione delle discromie cutanee sono i Laser a CO2 e i Laser ad Erbium yag

Quali tipologie di discromie è efficace il trattamento laser?

La Laserterapia agisce in maniera efficace su diverse tipologie di discromie cutanee. In seguito è possibile trovare un breve elenco delle principali.

  • Le lentigo senili: si tratta di macchie della pelle causate dallo scorrere del tempo, quando appunto la cute diventa più sottile e fragile. Ciò comporta un’alterazione della formazione della melanina, che contribuisce alla formazione di tali discromie, caratterizzate da forma tondeggiante e colore scuro.
  • Le lentigo solari: sono macchie il cui colore risulta più chiaro rispetto alle lentigo senili. La loro causa principale è l’esposizione prolungata e ripetuta nel tempo ai raggi solari.
  • I melasma: queste particolari macchie sono causate dalle alterazioni ormonali. Può accedere in particolari periodi della vita della donna, come la gravidanza o la menopausa. Chi ne soffre può notare aree cutanee caratterizzate da un eccesso di melanina e pigmentazione, quindi macchie dislocate in varie parti del corpo. 
  • Le macchie sulle mani: in questo caso si tratta di particolari lentigo senili che si manifestano sulle mani. La causa è il progressivo invecchiamento cellulare.

Vantaggi e benefici

Il vantaggio che il paziente affetto da discromie cutanee ottiene a seguito del trattamento è di natura principalmente estetica e psicologica. Ciò infatti, nella maggiorparte dei casi, lo aiuterà a sentirsi meglio con sé stesso e con il proprio aspetto. 

Per mantenere gli effetti di questo trattamento a lungo termine è necessario procedere con le giuste accortezze, ovvero l’uso costante delle creme con schermo solare, meglio se 50 +, e l’utilizzo di indumenti che possano proteggere la pelle dagli effetti dannosi dei raggi uv, in quanto, in caso contrario, le macchie potrebbero riformarsi come in precedenza.

Protocollo Comar applicato ad un trattamento di laser per la rimozione delle discromie cutanee 

Il Protocollo Comar, uno degli aspetti che maggiormente caratterizza e gratifica il nostro operato, viene applicato anche agli interventi di Laserterapia di natura estetica. Essendo una pratica che può generare un leggero dolore, soprattutto in caso di discromie profonde, l’area viene preventivamente trattata con una pomata anestetica. 

Al termine del trattamento è comuque possibile percepire una leggera sensazione di bruciore nell’area appena trattata: i farmaci somministrati per la rigenerazione dei tessuti agiscono anche in tal scopo, inibendo il fastidio nei giorni immediatamente successivi. 

Si ricorda che, per ottenere i risultati sperati, è fondamentale proteggere l’area trattata con creme specifiche al contrasto dei danni causati dai raggi solari, con protezione alta, 50 +,  per evitare che la discromia si ripresenti come in precedenza. Ad ogni modo la zona arrossata può essere mascherata con prodotti make up, ad esempio correttori o simili, senza effetti negativi nella fase di guarigione.

 

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Trattamenti di Medicina Estetica: Laser per la rimozione delle discromie cutanee – seconda parte

Trattamenti di Medicina Estetica: Laser per la rimozione delle discromie cutanee – seconda parte

Nel corso della prima parte dell’articolo dedicato alla rimozione laser delle discromie cutenee abbiamo approfondito alcuni degli aspetti fondamentali di questo trattamento, in particolare in cosa consiste, su quali tipologie di problematiche agisce e di quali vantaggi il paziente può beneficiare, nel breve e nel lungo termine, grazie alle giuste accortezze durante la fase post trattamento. 

Ma esistono altri aspetti molto rilevanti della Laserterapia a scopo estetico che meritano di essere espressi, ad esempio come funziona e qual è la durata dell’intero trattamento, che si compone della seduta in sè e delle terapie farmacologie volte al ripristino totale dei tessuti. Tutte le questioni appena espresse saranno approfondite con cura all’interno della lettura. 

Come funziona un trattamento laser per le discromie cutanee?

La Laserterapia utilizzata per il trattamento delle discomie cutanee è una sofisticata tecnologia, nata nel corso degli ultimi anni, la quale riesce a garantire ottimi risultati in una sola sedutaÈ caratterizzata dall’emissione di un’energia luminosa molto precisa e capace di selezionare l’esatta area da trattare, ovvero quella colpita dall’eccesso di melanina. Tale procedimento è detto, nel gergo medico – tecnico, fototermolisi selettiva

Il pigmento contenuto nella macchia ingloba, assorbe, la luce emessa dal dispositivo, convertendola in calore. Il calore generato dalla luce a contatto con la melanina distrugge la stessa, portando il pigmento agli strati più esterni della pelle ed eliminandola attraverso il comune processo di esfoliazione.

Per eliminare in maniera efficace e definitiva una discromia è inoltre necessario scendere con il trattamento in profondità fin dove l’accumulo di melanina è presente, attraverso i vari strati di tessuto. Ciò è possibile anche grazie alla manualità dell’operatore, il quale riconosce il modo migliore per procedere con la seduta. 

Il Laser ad Erbium Yag, quello attualmente utilizzato in Studio, agisce con temperature meno elevate, trattando la pelle con un’emissione di calore inferiore rispetto al sistema a CO2. Ciò è fondamentale per ottenere un danno cutaneo post intervento minore e un tempo di riparazione dei tessuti più rapido.

Durata del trattamento

Il trattamento ha una durata variabile a seconda dell’area da trattare. Di norma una seduta di rimozione delle discomie cutanee con Laser, nel caso in cui l’estensione è di media entità, può durare dai 10 ai 15 minutiAl termine della seduta è possibile che la pelle risulti leggermente arrossata. Ciò è da considerarsi assolutamente normale e non deve destare la preoccupazione del paziente. 

Il trattamento prosegue a casa con l’ausilio di farmaci specifici, il cui scopo è quello di riportare la cute nella sua condizione ottimale, eliminando i rossori visibili in pochi giorni e ristabilendo la totale rigenerazione dei tessuti in un lasso di tempo variabile dai 10 ai 20 giorni. 

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – prima parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – prima parte

La tecnologia, soprattutto in campo medico e odontoiatrico, sta compiendo davvero passi da gigante. Gli studi e le cliniche si stanno man mano evolvendo, diventando sempre più smart. Il motivo principale è l’acquisizione di macchinari all’avangurdia, capaci di svolgere azioni fino a pochi anni fa impensabili. 

È il caso di tutti quei dispositivi volti all’acquisizione di immagini in tre dimensioni in tempo reale: questi infatti hanno migliorato notevolmente l’esperienza del paziente, ma soprattutto hanno semplificato l’operato dei professionisti, i quali ora possono disporre di impronte dentali più fedeli al reale e in tempi decisamenti più rapidi. 

Il Dottor Comar, da sempre attento al mondo della tecnologia e dell’innovazione in campo medico, ha aggiunto uno strumento particolarmente sofisticato nel suo Studio, il quale merita il giusto approfondimento. Si tratta dello Scanner Intraorale

Le varie letture dedicate hanno lo scopo di portare l’utente a scoprire dapprima cos’è uno Scanner Intraorale in termini generali, quindi a capire quali sono gli aspetti distintivi del modello presente presso lo Studio.

Cos’è lo Scanner Intraorale?

Lo Scanner Intraorale è, come suggerisce il nome, uno scannerizzatore di immagini ad alta definitizione e in tre dimensioni. Tale strumento è sempre più utilizzato in ambito odontoiatrico, in quanto consente, in tempi decisamente rapidi, di ottenere l’impronta dell’intero cavo orale dei propri pazienti, senza l’ausilio della strumentazione tradizionale. 

Grazie allo Scanner Intraorale si può ottenere una misurazione tridimensionale fedele al reale, in termini sia di forma che di dimensioni delle arcate dentarie, nonchè della posizione dei singoli elementi. 

L’interno processo avviene tramite uno speciale manipolo, il quale emette un raggio luminoso che “fotografa” tutto ciò su cui passa. Attraverso un software le informazioni raccolte vengono rielaborate e mostrate, sottoforma di modello, su un monitor di cui lo strumento è dotato. Così visualizzato, il modello può essere esaminato nel dettaglio e, nel caso, trasferito e stampato su carta.

Come funziona?

Si tratta di due telecamere intraorali 4k che si confrontano e si controllano tra loro, al fine di ottenere la massima precisione, agendo all’interno del cavo orale. È fornito di una luce particolare, che ha come principale obbiettivo quello di avere un’immagine tridimensionale del cavo orale e di tutti i suoi componenti.

Riesce a ricostruire, attraverso un sistema di fotogrammi (che può essere di 30 o 60 fotogrammi al secondo) un’immagine tridimensionale, un modello fedele all’originale. Ciò significa che è pari in termini di dimensioni alla bocca, con accuratezza micrometrica. L’immagine del “calco” appena effettuato viene infine trasmessa ad un monitor, di cui il macchinario è dotato. Attraverso le telecamere le immagini vengono catturate: ciò è possibile grazie ad un rapida distorsione del fascio luminoso, a contatto con le varie aree della bocca. 

Lo Scanner Intraorale agisce attraverso specifiche fasi: dapprima infatti viene creato un particolare tracciato a punti, il quale serve alla realizzazione, da parte del software, una triangolazione tra questi, processo che, nel gergo tecnico, è chiamato mesh. I punti, così connessi, vengono infine utilizzati per la costruzione virtuale dell’impronta dentale. 

Quali sono i suoi utilizzi?

Si utilizza in caso di qualsiasi forma di manufatto protesico, che quindi necessita di un calco fedele della cavità orale. È però particolarmente utilizzato anche nel campo dell’ortodonzia, ad esempio per la realizzazione di mascherine del tipo Invisaling, come pure di altri apparecchi ortodontici per la correzione del posizionamento dei denti. 

Essendo uno strumento che fornisce un modello altamente preciso, anche gli apparecchi ortodontici derivanti da tale impronta risulteranno più precisi. Ciò consente risultati migliori a livello estetico rispetto a quelli derivanti da apparecchi ortodontici realizzati con impronta tradizionale.

Infine si tratta di uno strumento perfetto per effettuare diagnosi in tempi rapidi, riconoscendo eventuali problematiche e pianificando, di conseguenza, il miglior inervento/trattamento.

 

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Trattamenti di Medicina Estetica: La Luce Pulsata – seconda parte

Trattamenti di Medicina Estetica: La Luce Pulsata – seconda parte

La Luce Pulsata è una particolare tipologia di trattamento estetico non invasivo, la cui azione si basa su impulsi di luce ad alta intensità. 

Leggendo la prima parte di questo articolo abbiamo compreso che, erroneamente a quanto molte persone immaginano, è un trattamento utile non solo per la rimozione definitiva dei peli, ma anche per altri inestetismi, in primis le discromie cutanee e l’invecchiamento estetico in genere.

Ma compreso cos’è la Luce Pulsata e come agisce, quali sono i vantaggi di cui il cliente può beneficiare in seguito a tale tipologia di trattamento? Come è possibile mantenere i risultati raggiunti? Sono domande a cui il lettore può trovare risposta nel corso della seguente lettura, avendo modo di conoscere questi e altri dettagli significativi in merito alla Luce Pulsata.

Vantaggi e mantenimento dei risultati ottenuti

Anche in questo caso il vantaggio di cui il paziente può beneficiare in seguito ad un trattamento con Luce Pulsata ha una natura principalmente estetica. Infatti a creare situazioni di disagio possono essere anche le macchie cutanee e i peli superflui e non soltanto i segni dell’invecchiamento estetico. 

Aspetto doveroso da sottolineare è che il vantaggio ottenibile da una seduta di Luce Pulsata può essere anche di tipo psicologico, in quanto questo trattamento può aiutarci a sentirci meglio con noi stessi e con il nostro corpo.

Per ottenere i risultati sperati, soprattutto nel caso in cui viene utilizzata per la rimozione dei peli superflui, è consigliabile procedere con un più sedute, di solito da 3 a 6, in numero variabile a seconda della condizione pilifera di partenza.

Per ottenere maggiori risultati nel caso della rimozione dei peli è preferibile che il paziente/cliente abbia peli scuri e pelle chiara, in quanto il contrasto migliora l’effetto della luce sul pelo.

Protocollo Comar applicato ad un trattamento di Luce Pulsata

Nonostante la Luce Pulsata sia un tipo di trattamento indolore ci teniamo a procedere nel nostro operato quotidiano nel modo migliore, seguendo una prassi che non solo tuteli il paziente, ma lo faccia uscire dal nostro Studio completamente soddisfatto. L’insieme delle azioni che definiscono il nostro agire è riassumibile con il termine Protocollo Comar.

Ogni nostra attività è svolta con competenza tecnica e professionalità, ma soprattutto con estrema manualità e con la giusta cautela, al fine di ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile. 

Ad ogni modo si tratta di una pratica del tutto indolore che può, in taluni casi, creare leggero, e del tutto sopportabile, fastidio. È possibile comunque dosare l’intensità della luce, trovando quella più efficace e ben sopportata a seconda delle esigenze del singolo paziente. 

Da ricordare che il modello di macchinario utilizzato presso lo Studio del Dottor Comar è un modello refrigerato, che quindi modera il flusso di calore creato dalla luce ad alta intensità, grazie alla presenza di una speciale lente sull’apparecchio.

Nelle ore subito successivo trattamento si potrebbe avvertire un leggero bruciore sulla zona trattata, a seconda della soglia di dolore e della propria sensibilità cutanea, soprattutto se l’area è molto ampia e se la quantità pilifera da trattare è elevata. 

 

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Trattamenti di Medicina Estetica: La Luce Pulsata – prima parte

Trattamenti di Medicina Estetica: La Luce Pulsata – prima parte

Quando si pensa alla Luce Pulsata si crede, erroneamente, a quel sistema che promette, in modo facile e veloce, di sbarazzarsi dei peli superflui. In realtà la questione legata a questa particolare tecnologia è molto più complessa. 

Aspetto sicuramente da definire è che la Luce Pulsata non serve solo per rimuovere definitivamente, o quasi, i peli superflui e che, soprattutto, non basta una semplice seduta per risolvere il problema. Tutto dipende infatti da molti fattori individuali, in particolare la tipologia di pelo, la quantità di questi e l’area da trattare. 

Inoltre la Luce Pulsata viene utilizzata anche nel campo estetico in senso lato, per trattare varie tipologie di inestetismi cutanei, soprattutto nel caso in cui si cerca una soluzione leggera e non si desidera ricorrere al classico laser.

Per fare chiarezza sull’argomento noi di Studio Comar abbiamo deciso di pubblicare un articolo, diviso in due parti in merito a questa particolare tecnologia, analizzando cos’è la Luce Pulsata, quali sono le sue principali applicazioni, come funziona, ma soprattutto quali sono i vantaggi che si possono ottenere e in che modo possono essere mantenuti nel tempo.

Cos’è la Luce Pulsata?

La Luce Pulsata, il cui nome tecnico è Luce Pulsata Intensa può essere descritta come una particolare tipologia di trattamento poco invasivo. Come lo stesso nome suggerisce, la Luce Pulsata agisce grazie a impulsi di luce ad alta intensità, i quali aiutano la zona trattata nella riduzione di molti tipi di inestetismi. Tale operazione, ovvero l’emissione di impulsi di luce, avviene attraverso uno specifico macchinario, lavorando su piccole porzioni di pelle singolarmente.

Come già anticipato, la Luce Pulsata è utile per molteplici applicazioni e non solo per la rimozione dei peli superflui, trattamento noto come epilazione definitiva. La Luce Pulsata infatti viene spesso in aiuto in caso di inestetismi di natura cutanea, come discromie o lassità dei tessuti. Vediamo quindi nel dettaglio quali sono gli utilizzi della Luce Pulsata in ambito estetico.

Per cosa è utile la Luce Pulsata?

La Luce Pulsata può avere diverse applicazioni, specie se si parla di un utilizzo a fini di miglioramento estetico, tra cui:

  • per il trattamento di varie tipologie di lesioni vascolari, in particolare angiomi, capillari, piccole varici e rosacea;
  • per la rimozione di discromie, in particolare lentigo solari, efelidi e melasma;
  • rughe e linee d’espressione, in particolare su aree limitate del viso, del collo e delle mani;
  • rimozione di peli scuri (nota come epilazione a luce pulsata)

Come funziona un trattamento di Luce Pulsata?

Il processo messo in atto dal macchinario per produrre gli impulsi luminosi ad alta intensità è abbastanza complesso. Tuttavia, riassumendo, la luce prodotta, trovandosi a contatto con una particolare molecola, detta cromoforo, presente nella melanina che colora le discromie e i peli superflui, viene assorbita dalla stessa. 

Il contatto tra il cromoforo e la luce genera calore ad alta intensità, contribuendo alla distruzione della molecola. Di conseguenza le discromie tendono a scomparire e il bulbo pilifero si brucia, eliminandolo definitivamente. Tale processo avviene in maniera molto localizzata, senza creare danni alla pelle circostante. Ovviamente tale attività sarà più o meno forte in base alla qualità e all’efficacia del macchinario, considerando varie e differenti caratteristiche tecniche.

La durata di una seduta di Luce Pulsata varia a seconda dell’area da trattare, se questa risulta più o meno ampia e in base alla tipologia di pelo da trattare, ad esempio se questo è un pelo più o meno spesso, come nel caso di quello maschile. Per aree limitate, ad esempio ascelle, inguine o polpacci, il tempo medio è di circa 20/30 minuti a seduta

 

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