odontoiatria

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – quarta parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – quarta parte

Nelle precedenti letture inerenti allo Scanner Intraorale abbiamo compreso di cosa si tratta in tutti i suoi aspetti principali. 

È uno strumento ormai molto impiegato in campo medico-odontoiatrico, che permette al professionista di procedere in maniera rapida e precisa nell’ottenimento delle impronte, in modalità del tutto indolore e poco invasiva per il paziente. I risultati sono sempre ottimali, con precisione a livello micrometrico, volto alla garanzia dell’ottenimento di manufatti protesici molti vicini alla soglia di perfezione. 

Con questo articolo il discorso entrerà ancora più nel particolare: protagonista sarà infatti il modello presente presso lo studio del Dottor Comar. Avremo modo conoscere nel dettaglio le sue caratteristiche tecniche, il suo funzionamento e la sua manutenzione.

Caratteristiche tecniche dello Scanner Intraorale dello Studio

La scelta maturata dal Dottor Comar l’ha portato a inserire nel suo Studio uno dei migliori strumenti tecnici di questa tipologia. 

Si tratta di un modello di ultima generazione, dotato di intelligenza artificiale. Grazie alle speciali telecamere in 4K ultra HD il risultato è davvero ottimale: l’impronta ottenibile raggiunge una precisione micrometrica, nonché un modello delle strutture dentarie molto fedele all’originale. 

L’aspetto più rappresentativo di questo strumento è la sua diagnosi precoce, ma al contempo accurata, capace di analizzare con estrema cura le condizioni dentali.

Il manipolo, passando lungo le arcate dentali, riproduce in tempo reale immagini chiare e mirate, permettendo diagnosi perfette e una documentazione completa della salute del paziente. 

Manutenzione della strumentazione

La manutenzione dello Scanner Intraorale presente presso lo studio del Dottor Comar è davvero semplice e non si differenzia da quella di un qualsiasi altro dispositivo del genere. 

Il passaggio fondamentale da eseguire è la sterilizzazione dell’apparecchiatura. Tale passaggio viene di norma eseguito passando il manipolo sotto un getto dell’acqua corrente e disinfettando lo stesso in seguito con soluzioni sterilizzanti. 

Si procede quindi asciugando la strumentazione con apposite garze assorbenti. A questo punto il manipolo è pronto per la fase di sterilizzazione vera e propria. Viene smontato dal resto del dispositivo, ricoperto con apposite garze assorbenti e posto all’interno di speciali sacchetti, destinati alla disinfezione della strumentazione medica. 

La sterilizzazione avviene in appositi macchinari mediante vapore ad alta temperatura, a 131°C, per un lasso di tempo tra i 6 e i 15 minuti.

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – terza parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – terza parte

Abbiamo avuto modo, nei precedenti articoli dedicati allo Scanner Intraorale, di conoscere alcuni dei suoi aspetti più importanti e rappresentativi, in primis che tipo di strumentazione è, perché risulta così utile in campo medico-odontoiatrico, come funziona, ma soprattutto perché rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica per la presa d’impronta del cavo orale, in termini di tempo, praticità, semplificazione della procedura e di limitazione dei possibili effetti collaterali subiti dal paziente.

Ma quali sono gli effettivi vantaggi di cui sia il paziente sia il professionista possono beneficiare? 

Il Dottor Comar, da sempre attento al mondo della tecnologia e dell’innovazione in campo medico, si è posto proprio questa domanda, giungendo alla conclusione dell’effettiva utilità di dotarsi di questo strumento.

Con la lettura che segue andremo a fare chiarezza sui benefici che lo Scanner Intraorale può offrire rispetto all’impronta tradizionale, per poi scoprire nel dettaglio, nel prossimo articolo, le caratteristiche tecniche principali di cui il modello in Studio è dotato.

Vantaggi per il paziente

Sono molti i vantaggi di cui il paziente può beneficiare dall’utilizzo dello Scanner Intraorale. Rispetto al sistema tradizionale, il vantaggio principale risiede nel fatto che è quasi impossibile provare dolore o fastidio durante l’intera operazione. 

Ciò ha una conseguenza positiva, ovvero la riduzione significativa dei tempi necessari per l’ottenimento delle impronte. La procedura inoltre non necessiterà di una seconda seduta: il risultato potrà essere visto e analizzato in tempo reale grazie al monitor di cui lo strumento è fornito e il paziente potrà ricevere subito spiegazioni chiare e precise sulla modalità d’intervento del professionista.

In sintesi vantaggi che il paziente può ottenere dall’uso dello Scanner Intraorale, a differenza dell’impronta tradizionale, sono i seguenti:

  • è uno strumento poco invasivo, che garantisce meno fastidio durante l’operazione rispetto all’uso della tradizionale pasta e cucchiaio d’impronta metallico; 
  • è perfetto per coloro che soffrono di disagi legati a riflesso vagale, che può causare sensazione di nausea e vomito;
  • l’intera procedura è molto rapida e può essere portata a termine in pochi minuti anche nei casi più problematici;
  • consente l’interruzione dell’operazione in qualsiasi momento, riprendendolo in maniera naturale e senza problemi da dove ci si era fermati, al contrario del metodo tradizionale, per cui la procedura deve ricominciare daccapo;
  • non è necessaria una seconda seduta per visionare e analizzare con il paziente le modalità d’intervento grazie al monitor di cui lo strumento è dotato, con la certezza di ottenimento dell’impronta in tempo reale;
  • l’impronta rilevata è altamente fedele all’originale, grazie alla sua rivelazione del cavo orale con uguaglianza micrometrica, in micron; 
  • è possibile evitare la “doppia/multi impronta”, ovvero la necessità di riprendere il calco e scartare quelli meno attendibili e fedeli al cavo orale, con la positiva conseguenza di riduzione tempi di permanenza del paziente in studio;
  • permette una maggior pulizia, evitando il rischio di paste e alginati su parti del viso, sui capelli e sui vestiti del paziente.

Vantaggi per il professionista

Lo Scanner Intraorale non offre solo molti vantaggi al paziente, ma anche al professionista. L’intera operazione sarà per lui molto più semplice e automatizzata, ma soprattutto incredibilmente rapida, avendo modo di valutare, in un’unica seduta, tutti gli interventi da proporre al paziente. 

Avendo subito sottomano il modello 3D da analizzare, attraverso il monitor, il professionista potrà ripetere l’operazione ove necessario subito dopo, lavorando su piccole ed eventuali imperfezioni dell’impronta. 

Allo stesso modo, tramite lo stesso strumento, potrà inviare il file all’Odontotecnico, che potrà quindi occuparsi immediatamente del manufatto protesico, senza necessità di spostamenti fisici e riducendo al minimo i tempi tecnici.

I vantaggi di cui il professionista può beneficiare grazie allo Scanner Intraorale possono essere così riassunti:

  • l’intero procedimento per l’ottenimento delle impronte risulta estremamente rapido;
  • il suo manipolo, con il suo peso leggero e la sua incredibile maneggevolezza, rende il lavoro estremamente agevole in ogni passaggio;
  • è possibile ottenere le impronte e analizzare l’intervento necessario in un’unica seduta, grazie ad uno speciale software che riproduce il modello sul monitor in tempo reale;
  • con il modello immediatamente sottomano è possibile correggere eventuali imperfezioni del calco 3D passando il manipolo laddove necessario;
  • si può inviare il file del modello in pochi rapidi passaggi al medico odontoiatra grazie allo stesso strumento;
  • il file può essere anche stampato, al fine di ottenere un documento che può essere consegnato a colleghi e pazienti.

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – seconda parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – seconda parte

Il Dottor Comar ha come principale obiettivo del suo operato quello di offrire i migliori servizi ai suoi clienti. Questo l’ha portato a scegliere nel tempo la migliore strumentazione medico – odontoiatrica presente sul mercato. 

Non è un caso se, tra i suoi ultimi investimenti per lo Studio, vi è uno strumento particolarmente sofisticato e di ultima generazione, che si serve, per il suo funzionamento, anche dell’intelligenza artificiale. Si tratta dello Scanner Intraorale

Nella prima lettura dedicata, già presente sulla pagina approfondimenti del sito, sono stati descritti i suoi aspetti più distintivi, dai suoi molteplici utilizzi al suo funzionamento

Ora, in questa e nelle prossime letture l’utente avrà modo di comprendere altri dettagli rilevanti dello strumento, in termini sia generici, come ad esempio i vantaggi rivolti al paziente e al professionista, che specifici, in merito al modello di cui lo Studio è dotato, dalle sue caratteristiche tecniche alla sua manutenzione per l’utilizzo protratto nel tempo.

Differenza tra impronta digitale e impronta tradizionale

Nel corso degli anni molte operazioni e trattamenti effettuati presso le cliniche medico-odontoiatriche sono cambiate. Un tempo per ottenere un’impronta del cavo orale era necessario procedere con una strumentazione “analogica”, che prevedeva l’impiego di un’apposita placca metallica (o portaimpronta). Questa era quindi riempita di una speciale pasta e posta all’interno della bocca del paziente, dove restava per alcuni minuti, finché la stessa non assumeva la consistenza desiderata. 

Tale procedura risultava però molto fastidiosa per il paziente: anche nei casi di maggiore sopportazione il fastidio era decisamente notevole. In alcune circostanze però potevano verificarsi situazioni ben più spiacevoli, con il rischio di eventuale riflesso vagale

La causa principale di tali reazioni non era solo la presenza del cucchiaio d’impronta nel cavo orale, ma anche l’ansia, generata dal corpo estraneo in bocca. Spesso tali situazioni portavano a veri e propri circoli viziosi, causando il rischio di danneggiamento del calco ottenuto e la necessità di sottoporsi nuovamente alla procedura.

Per fortuna la scienza ha fatto passi da gigante. Le numerose scoperte tecnico scientifiche hanno portato alla nascita di strumentazione specifica, in grado di bypassare questa fastidiosa e complessa procedura. 

Grazie allo Scanner Intraorale basta il semplice passaggio del manipolo in dotazione all’interno del cavo orale, con la certezza di risultati precisi e rapidi in pochi minuti. Anche per il paziente più ansioso la procedura con Scanner Intraorale è garantita: è infatti possibile effettuare brevi sospensioni momentanee nel corso dell’operazione, senza rendere necessaria la ripetizione della procedura dal principio.

 

Durata dell’operazione

L’operazione di presa d’impronta con lo Scanner Intraorale è davvero rapida. Lo strumento riesce a rilasciare immediatamente, tramite l’impiego di appositi software, un modello 3D del cavo orale analizzato. Ciò che si evince è una ricostruzione fedele e precisa della struttura delle arcate e degli elementi dentari. 

Ad ogni modo non è possibile stabilire una durata precisa: tutto cambia a seconda della bocca, se questa ha maggiori o minori dimensioni o se ci sono più o meno difetti da analizzare con lo strumento. 

Inoltre potrebbe essere che il paziente non riesca a sopportare l’intera operazione senza interruzioni, ad esempio a causa del riflesso vagale, dettaglio che rende necessario procedere più lentamente e con maggiore cautela. In caso di paziente medio, che quindi non presenta particolari problematiche o difetti da analizzare, l’operazione si conclude nell’arco di 3-5 minuti.

Perché con lo Scanner Intraorale non fa male?

Lo Scanner Intraorale è uno strumento assolutamente non invasivo. Grazie al suo manipolo è possibile completare l’intera operazione mettendo in pausa la procedura ove necessario e in estrema sicurezza per il paziente

È quindi facile comprendere come questa operazione non arrechi il benché minimo danno, rispetto all’impiego della tradizionale impronta, la quale risultava estremamente fastidiosa e che incapace di consentire alcun tipo di interruzione in fase realizzativa. 

Perché è preferibile evitare il metodo tradizionale?

L’impronta tradizionale, al contrario dello Scanner Intraorale, risulta maggiormente invasiva: il paziente subisce, per un lasso di tempo variabile, l’ingombro dello strumento nel cavo orale, con il rischio di far degenerare il tutto in sensazioni spiacevoli di vario tipo, ad esempio lo spostamento della lingua, il fastidio in gola o addirittura, in alcuni casi, il riflesso vagale

 

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I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – prima parte

I macchinari di Comar: lo Scanner Intraorale – prima parte

La tecnologia, soprattutto in campo medico e odontoiatrico, sta compiendo davvero passi da gigante. Gli studi e le cliniche si stanno man mano evolvendo, diventando sempre più smart. Il motivo principale è l’acquisizione di macchinari all’avangurdia, capaci di svolgere azioni fino a pochi anni fa impensabili. 

È il caso di tutti quei dispositivi volti all’acquisizione di immagini in tre dimensioni in tempo reale: questi infatti hanno migliorato notevolmente l’esperienza del paziente, ma soprattutto hanno semplificato l’operato dei professionisti, i quali ora possono disporre di impronte dentali più fedeli al reale e in tempi decisamenti più rapidi. 

Il Dottor Comar, da sempre attento al mondo della tecnologia e dell’innovazione in campo medico, ha aggiunto uno strumento particolarmente sofisticato nel suo Studio, il quale merita il giusto approfondimento. Si tratta dello Scanner Intraorale

Le varie letture dedicate hanno lo scopo di portare l’utente a scoprire dapprima cos’è uno Scanner Intraorale in termini generali, quindi a capire quali sono gli aspetti distintivi del modello presente presso lo Studio.

Cos’è lo Scanner Intraorale?

Lo Scanner Intraorale è, come suggerisce il nome, uno scannerizzatore di immagini ad alta definitizione e in tre dimensioni. Tale strumento è sempre più utilizzato in ambito odontoiatrico, in quanto consente, in tempi decisamente rapidi, di ottenere l’impronta dell’intero cavo orale dei propri pazienti, senza l’ausilio della strumentazione tradizionale. 

Grazie allo Scanner Intraorale si può ottenere una misurazione tridimensionale fedele al reale, in termini sia di forma che di dimensioni delle arcate dentarie, nonchè della posizione dei singoli elementi. 

L’interno processo avviene tramite uno speciale manipolo, il quale emette un raggio luminoso che “fotografa” tutto ciò su cui passa. Attraverso un software le informazioni raccolte vengono rielaborate e mostrate, sottoforma di modello, su un monitor di cui lo strumento è dotato. Così visualizzato, il modello può essere esaminato nel dettaglio e, nel caso, trasferito e stampato su carta.

Come funziona?

Si tratta di due telecamere intraorali 4k che si confrontano e si controllano tra loro, al fine di ottenere la massima precisione, agendo all’interno del cavo orale. È fornito di una luce particolare, che ha come principale obbiettivo quello di avere un’immagine tridimensionale del cavo orale e di tutti i suoi componenti.

Riesce a ricostruire, attraverso un sistema di fotogrammi (che può essere di 30 o 60 fotogrammi al secondo) un’immagine tridimensionale, un modello fedele all’originale. Ciò significa che è pari in termini di dimensioni alla bocca, con accuratezza micrometrica. L’immagine del “calco” appena effettuato viene infine trasmessa ad un monitor, di cui il macchinario è dotato. Attraverso le telecamere le immagini vengono catturate: ciò è possibile grazie ad un rapida distorsione del fascio luminoso, a contatto con le varie aree della bocca. 

Lo Scanner Intraorale agisce attraverso specifiche fasi: dapprima infatti viene creato un particolare tracciato a punti, il quale serve alla realizzazione, da parte del software, una triangolazione tra questi, processo che, nel gergo tecnico, è chiamato mesh. I punti, così connessi, vengono infine utilizzati per la costruzione virtuale dell’impronta dentale. 

Quali sono i suoi utilizzi?

Si utilizza in caso di qualsiasi forma di manufatto protesico, che quindi necessita di un calco fedele della cavità orale. È però particolarmente utilizzato anche nel campo dell’ortodonzia, ad esempio per la realizzazione di mascherine del tipo Invisaling, come pure di altri apparecchi ortodontici per la correzione del posizionamento dei denti. 

Essendo uno strumento che fornisce un modello altamente preciso, anche gli apparecchi ortodontici derivanti da tale impronta risulteranno più precisi. Ciò consente risultati migliori a livello estetico rispetto a quelli derivanti da apparecchi ortodontici realizzati con impronta tradizionale.

Infine si tratta di uno strumento perfetto per effettuare diagnosi in tempi rapidi, riconoscendo eventuali problematiche e pianificando, di conseguenza, il miglior inervento/trattamento.

 

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Terapia senza Dolore: la devitalizzazione – Parte 5

Terapia senza Dolore:
la Devitalizzazione

Nell’articolo precedente, di cui si consiglia la lettura nel caso si volesse approfondire il contenuto, abbiamo parlato della devitalizzazione in base alle cause che la rendono necessaria, ovvero i forti traumi, la carie e simili. Abbiamo inoltre compreso che queste condizioni patologiche possono generare stato infiammatorio a livello più o meno locale, causando gravi danni alla polpa dentale.

Devitalizzare un dente in questo caso può risultare la scelta vincente, per evitare che la condizione della nostra bocca peggiori, con conseguente formazione di granuloma, cisti (di cui è presente sul sito un approfondimento dedicato) e altre complicazioni alle strutture prossimali, cioè l’estrazione e la perdita definitiva del dente in questione.

In questo articolo vedremo nel dettaglio come viene eseguito un intervento di devitalizzazione, considerando che viene sempre eseguita dopo ad un’attenta valutazione dello stato patologico della polpa dentale, che può risultare più o meno infiammata e quindi ancora in parte vitale, oppure necrotica, quindi totalmente morta.

Come avviene una devitalizzazione?

Durante un intervento di devitalizzazione, quindi endodontico, nella parte interna del dente, viene effettuata l’asportazione del contenuto del canale del nervo, ovvero la polpa dentale. Essa, come precedentemente citato, può risultare vitale, e quindi presentare uno stato infiammatorio più o meno elevato, oppure essere necrotica, morta. L’estrazione della polpa viene eseguita dall’interno del dente fino all’apice estremo, attraverso l’ausilio di appositi strumenti.

Le fasi del trattamento di devitalizzazione

L’intervento viene eseguito in quattro passaggi, che includono l’allargamento del canale, la sterilizzazione dello stesso e l’asciugatura. Compiuto questo terzo passaggio l’odontoiatra procederà riempiendo sia il canale principale, sia gli eventuali canaletti minori (detti in linguaggio tecnico-dentistico “canali laterali”) comunicanti con l’esterno, con specifico materiale termoplastico.

Presso lo StudioComar, quest’ultimo passaggio viene semplificato e spiegato al paziente con il termine “vulcanizzazione”, in quanto il procedimento di riempimento finale ha il preciso scopo di riempire e sigillare completamente i vari canali del dente su cui si effettua l’operazione.

Per evitare future fratture del dente è necessario rivestire lo stesso con una “capsula”. In altre parole l’odontoiatra dovrà limare lo smalto esterno del dente e quindi ripristinarlo a forma originaria con materiale specifico, normalmente a base di metallo, metallo – ceramica o zirconia.

Quanto può durare un intervento di devitalizzazione?

La durata dell’intervento è variabile a seconda dei casi. Esso può durare dai 30 ai 90 minuti. In quest’arco temporale bisogna calcolare vari aspetti, tra cui la sensibilità del paziente e il numero di sedute necessarie affinché l’intera procedura sia portata a termine.

Effetti positivi post intervento

E’ da ricordare che tramite la devitalizzazione non solo il dente può essere “salvato”, evitando quindi nel 99% dei casi l’estrazione dello stesso, ma anche che lo stato
infiammatorio degeneri, causando non solo la necrosi della polpa, ma anche infezioni di varia natura e altre patologie connesse. Per questa ragione si consiglia di effettuare regolari controlli dal dentista, soprattutto se si avvertono dolori e fastidi.

Nel prossimo articolo verrà approfondita proprio questa tematica, ovvero la possibilità che si formino granulomi e cisti, nel caso in cui si trascuri un dente che deve essere devitalizzato.

 

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Terapia senza Dolore: la devitalizzazione e l’infezione del dente – Parte 4

Terapia senza Dolore:
la Devitalizzazione e l’infezione del Dente

Tra gli interventi maggiormente praticati per il benessere del nostro sorriso vi è certamente la devitalizzazione. A volte il paziente necessita in tempi brevi di effettuare questa operazione, in quanto, le condizioni e le patologie che la richiedono, provocano molto dolore.

La devitalizzazione, nota anche nel gergo medico odontoiatrico con il termine “endodonzia”, è uno degli interventi dentali maggiormente diffusi e praticati. Si può comprendere al meglio la tipologia d’intervento analizzando la sua origine semantica. La parola “endodonzia” deriva dal greco “endo”, che significa “dentro”, e “odontos” che significa “dente”. Da ciò possiamo dedurre che l’attività chirurgica in questione avviene all’interno del dente.

Nell’articolo verrà compiuto un approfondimento in merito a questa pratica, compiendo una successiva analisi dei metodi impiegati presso lo studio per evitare dolore al paziente.

Si ricorda inoltre, per avere un quadro chiaro degli interventi dello StudioComar, di leggere gli articoli dedicati all’odontofobia e l’odontoiatria con terapia del dolore.

Quando è necessario effettuare una devitalizzazione?

La devitalizzazione si dimostra necessaria quando la polpa dentaria, ovvero il tessuto molle presente all’interno del dente, risulta particolarmente dolorante. Ciò è il segnale che vi è in corso un’infiammazione, che nei casi peggiori può trasformarsi in infezione. Le cause per cui un dente s’infiamma o s’infetta possono essere diverse, tra cui:

  • una carie profonda
  • interventi dentistici ripetuti
  • dente scheggiato o rotto derivante da un trauma

Un dente che presenta tali condizioni, che quindi è segnato da un forte trauma, può causare molto dolore o non provocare alcun sintomo al paziente. In caso di sensazione di dolore la cura con antidolorifici può certamente dare sollievo, ma solo temporaneamente. Questo perché un dente traumatizzato presenta al suo interno una polpa dentale in stato necrotico. Essendo dunque questa parte morta non la causa del dolore, tuttavia è la condizione ideale per l’originarsi dello stato infiammatorio. L’infiammazione non adeguatamente curata darà esito col tempo ad un’infezione, quindi ad un ascesso osseo. Per accertare che il paziente abbia effettivamente questa problematica dentale, visto che a volte il danno non è visibile, è necessaria una visita accurata e un esame radiologico a raggi x. Solo in questo modo sarà possibile diagnosticare l’ascesso nell’osso, praticando successivamente l’intervento endodontico.

Come possiamo capire se abbiamo un’infezione alla polpa dentaria?

Tra i sintomi caratteristici dell’infezione alla polpa troviamo:

  • dolore acuto e proteso nel tempo quando si beve/mangia una bevanda
    alimento caldo o freddo
  • dolore durante la masticazione

Inoltre se l’infiammazione degenera ulteriormente i sintomi potrebbero scomparire, anche se ciò non significa che lo stato patologico sia risolto. In questo caso probabilmente l’infezione ha raggiunto la radice del dente con la conseguente comparsa di sintomi come:

  • gonfiore alla gengiva
  • formazione di un puntino rosso o bianco, ovvero una fistola, da cui tende a uscire materiale purulento o sangue
  • gonfiore del viso
  • cambiamento del colore del dente

E’ chiaro che appena compaiono i sintomi, soprattutto quelli precedentemente descritti, è necessario rivolgersi al medico. Quando ciò accade significa che l’infiammazione è degenerata in infezione, con conseguente necrosi della polpa.

Tra i sintomi più evidenti dell’infiammazione del dente vi è l’ascesso. La sua manifestazione in forma cronica è pressoché asintomatica, se non durante la masticazione, che risulterà il più delle volte dolorosa. Questa condizione può infine causare granuloma e cisti odontogena periapicale, argomento che sarà approfondito in un prossimo articolo.

L’ausilio di farmaci specifici si rivelano utili durante la fase acuta, ovvero in seguito alla formazione dell’ascesso e durante le fasi della terapia endodontica, la devitalizzazione appunto. Il progresso in campo chirurgico odontoiatrico ha reso possibile la cura e il recupero di denti anche in caso di granulomi e cisti, cosa che in passato non era possibile. Oggi, le moderne tecniche, permettono il recupero di quasi tutti i casi, evitando la rimozione stessa del dente.

Vantaggi della Devitalizzazione

Questo tipo d’intervento presenta notevoli vantaggi per il paziente. Se effettuata correttamente e con le giuste conoscenze da parte del proprio dentista, con la devitalizzazione è possibile evitare l’estrazione di un dente, spesso fortemente danneggiato da una profonda carie o da gravi traumi.
Devitalizzare un dente:

  • permette di salvare il dente
  • l’intervento è indolore
  • cura l’infezione
  • fa passare il mal di denti

L’approfondimento continuerà nell’articolo che segue, in cui verrà analizzata la devitalizzazione dal punto di vista del dolore provocato al paziente e la terapia effettuata per questo intervento presso lo StudioComar.

 

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Terapia senza Dolore: l’odontoiatria – Parte 3

Terapia senza Dolore:
l’Odontoiatria

E’ importante per ogni studio medico, dentale o meno che sia, avere ben chiaro il concetto di “terapia del dolore”. La terapia del dolore in odontoiatria, è un insieme di metodologie il cui obiettivo è individuare, valutare e trattare il dolore. L’obiettivo, nel caso specifico, è quello di individuare la causa del dolore e fornire tempestivamente la cura con i mezzi che si reputano più opportuni.

Come preannunciato nell’articolo precedente presso lo Studio Comar è possibile ottenere il miglior risultato riguardo la salute del cavo orale e ciò grazie a metodi efficaci, particolarmente utili per affrontare l’eventuale odontofobia. Ogni intervento inizia sempre con un’analisi specifica del caso, al fine di fornire al paziente un’adeguata terapia ed evitare a quest’ultimo sofferenze e disagio.

Presso il nostro studio il paziente potrà quindi essere del tutto soddisfatto, in quanto è sempre stata nostra principale premura evitare ogni tipo di sofferenza, emotiva e fisica che sia. Proprio a questo proposito il dottor Comar ha sviluppato, nel corso dei tanti anni di attività nel settore medico-odontoiatrico, un approccio efficace ed alternativo rispetto alla concorrenza. Lo abbiamo chiamato “Protocollo Comar”.

Nel corso di questo articolo è possibile trovare gli aspetti principali che descrivono il nostro metodo. Tuttavia qualora ci fosse il desiderio di approfondire è possibile ottenere informazioni utili e dettagliate nell’articolo dedicato.

Il Protocollo Comar: aspetti generali

Al Dottor Comar sta molto a cuore il benessere del paziente. Per lui non è solamente importante che il suo paziente esca dallo studio con un bel sorriso, anche se questo non è certamente un aspetto da trascurare, ma anche che sia rilassato e perfettamente a suo agio in tutte le fasi di cura dentaria, a partire dai controlli fino all’intervento. Tra gli aspetti principali del nostro “Protocollo Comar” annoveriamo:

  • Comprendere, prima di ogni forma d’intervento, origine della paura. (che
    spesso inizia a causa di un trauma)
  • Mettere a proprio agio il paziente, ancor prima che questo possa sdraiarsi
    sulla poltrona del dentista
  • Utilizzo di una tecnica di anestesia perfezionata nel tempo, affinché il
    paziente non avverta dolore durante la pratica anestesiologica e durante tutto l’intervento
  • Chirurgia il più possibile poco invasiva, per minimizzare, aldilà dell’anestesia, il dolore provato non solo in sede d’intervento, ma anche durante il periodo di recupero che segue la pratica chirurgica

Evitare il dolore in odontoiatria secondo il Protocollo Comar

Il Protocollo Comar prevede un’analisi preventiva e specifica di ogni caso. E’ infatti necessario valutare il tipo di intervento a cui deve sottoporsi il paziente, qual è la sua percezione del dolore e di conseguenza come effettuare il/gli intervento/i. In questo modo presso lo studio il paziente potrà usufruire di svariati sistemi per prevenire ed evitare dolore, a partire dai differenti tipi di anestesia fino alla terapia farmacologica.

Inoltre proprio grazie a tali tecniche, il dottore ha molta esperienza anche con i bambini, il che rende la nostra struttura ideale per cure dentali dell’età infantile.

Nel prossimo articolo approfondiremo un particolare tipo d’intervento molto diffuso e
richiesto praticato presso lo Studio Comar, ovvero la devitalizzazione.

 

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