infezione

Terapia senza Dolore: l’ablazione – Parte 7

Terapia senza Dolore:

l’ablazione

Oltre alla devitalizzazione, di cui abbiamo approfondito l’argomento nei precedenti articoli presenti in questa sezione del sito, è giusto soffermarci anche sull’ablazione. Questa, insieme alla devitalizzazione infatti, è uno degli interventi maggiormente praticati presso lo StudioComar, in quanto connessa ad un’abitudine errata molto diffusa, ovvero la scarsa igiene orale.

Attraverso la lettura è possibile comprendere tutti gli aspetti più significativi di questo genere di pratica odontoiatrica, sanando domande e dubbi che ogni paziente
potrebbe porsi in merito.

Cos’è l’ablazione

Si definisce ablazione del tartaro (o detartrasi) un intervento svolto da un odontoiatra al fine di rimuovere la placca e il tartaro presenti sulla superficie dentale. Quest’ultimi possono essere sia in evidenza sia sotto la gengiva. Lo scopo dell’intervento è quello di limitare meccanicamente la proliferazione batterica nel cavo orale e future infiammazioni alle gengive, con conseguente sviluppo di lesioni cariose.

Le fasi di trattamento dell’ablazione

Un comune processo di ablazione richiede diversi passaggi. È fondamentale, prima di procedere con l’intervento, valutare il caso specifico. In questo modo l’odontoiatra insieme al paziente valuteranno il modo migliore di intervenire, anche attraverso un’adeguata terapia del dolore. Proprio riguardo questo argomento si consiglia di approfondire con la lettura dell’articolo dedicato al Protocollo Comar.

Si inizia quindi con una fase pre operatoria, in cui non solo si discute come affrontare l’ablazione ma anche, qualora fosse necessario, la somministrazione di un trattamento farmacologico mirato, per escludere l’infiammazione presente.

In seguito si procede con l’intervento, attraverso l’asportazione di placca e tartaro. In caso di forte sensibilità da parte del paziente è previsto l’ausilio dell’anestesia. L’ablazione può essere svolta sia con strumentazione apposita sia manualmente, sempre nel pieno rispetto della soglia del dolore del paziente.

L’intero processo di rimozione del tartaro dalla superficie dentale può richiedere una come più sedute, sempre valutando il caso specifico.

Effetti positivi post intervento

Nonostante la quotidiana pulizia domestica venga effettuata con cura, è possibile che rimangano sui nostri denti alcuni depositi di placca, la quale se non adeguatamente asportata e rimossa determina una formazione calcifica, ovvero il tartaro. Le zone più “ostiche” della bocca in questo senso, o meglio le zone in cui è più difficile pulire con attenzione il cavo orale, riguardano i punti “nascosti”, come ad esempio gli spazi interdentali ed in prossimità delle gengive. Col tempo queste zone più di altre possono essere soggette ad accumulo di placca e quindi di tartaro.

Sottoporsi a controlli periodici e di conseguenza a sedute di igiene dentale assicura al paziente non solo denti più sani e puliti, ma anche la possibilità di evitare patologie a carico di apparati diversi, oltre a quelle del cavo orale, in particolare dell’apparato cardiovascolare.

Effetti di una scorretta igiene orale

Una scorretta igiene orale, spesso difficile nonostante l’ausilio dello spazzolino, del filo interdentale e del collutorio, genera a causa della proliferazione dei batteri la formazione di placca, tartaro e infiammazione gengivale. Inoltre quest’ultima può a lungo termine sviluppare una parodontite, più comunemente nota come piorrea.

Per avere ulteriori informazioni su questa tipologia di patologia o di qualsiasi altro genere, non esitare nel contattarci.

 

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Terapia senza Dolore: approfondimento granuloma e cisti dentali – Parte 6

Terapia senza Dolore:
approfondimento Granuloma e Cisti Dentali

Nel precedente articolo abbiamo approfondito come viene effettuato un intervento di devitalizzazione, analizzandone nel dettaglio ogni passaggio. Per chi fosse interessato a comprendere meglio quanto citato, è possibile effettuarlo al seguente link (Terapia senza Dolore: la Devitalizzazione), in cui è possibile trovare non solo una chiara descrizione della pratica endodontica, ma anche la durata dell’intervento e i benefici che il paziente operato manifesta a breve e lungo termine.

Proprio grazie al paragrafo conclusivo del precedente articolo abbiamo compreso come un dente, traumatizzato e con lesioni alla polpa, possa procurare gravi forme di infiammazione, note nel linguaggio tecnico-dentistico come granuloma e cisti odontogene. Esse, nonostante siano entrambe conseguenza di polpa dentale necrotica, a seguito di un grave stato infiammatorio del dente in questione, presentano importanti differenze. Nel corso dell’articolo verrà analizzato come si manifestano queste due patologie del cavo orale, quali conseguenze comportano e come è possibile diagnosticarle.

Granuloma odontogeno

Si definisce granuloma odontogeno un’infezione che interessa l’osso attorno al dente, il quale causa polpa in evidente stato necrotico, quindi morta, la quale genera di conseguenza una forte reazione infiammatoria da parte del sistema immunitario.

In alcuni casi la presenza di un granuloma può dare origine ad una malattia autoimmune. Questa spiacevole situazione si può curare e risolvere tramite intervento endodontico, nello specifico la devitalizzazione, praticata presso lo StudioComar seguendo i principi del Protocollo Comar, oppure, in gravi circostanze, tramite l’estrazione del dente coinvolto. Si manifesta radiologicamente come una macchia scura all’interno del dente, situata all’apice della radice. Può essere asintomatico, paucisintomatico o doloroso, a causa di una sua ascessualizzazione, la quale provoca gonfiore più o meno marcato.

La diagnosi

La diagnosi si effettua tramite radiografia panoramica. In alcuni casi, qualora fossero necessari esami più specifici, può essere svolta una radiografia endorale. Questo genere di diagnosi è largamente impiegato in caso di granuloma in quanto del tutto indolore e affidabile. È infine importante ricordare che un granuloma trascurato e non curato può evolversi in cisti, rendendo più difficile la risoluzione del problema con un intervento di devitalizzazione e di conseguenza “salvare” il dente compromesso.

Cisti odontogena

Si definisce cisti odontogena la conseguenza di una grave infezione causata da polpa necrotica. Rappresenta lo stadio successivo e l’evoluzione del granuloma, motivo per cui presenta aspetti comuni con quest’ultimo. La maggiore differenza è data dal fatto che una cisti si manifesta come una macchia scura, circoscritta da un orletto bianco.

La diagnosi

Esattamente come il granuloma, anche la cisti viene diagnosticata tramite l’esame radiografico. Tra gli aspetti da non sottovalutare vi è anche che una cisti odontogena crea quasi sempre altri effetti sgradevoli, in particolare può causare complicazioni alle strutture prossimali.

StudioComar ha sempre molto a cuore il benessere di ogni paziente. Per questa ragione viene data particolare attenzione alla terapia del dolore e a tutte le pratiche necessarie, affinché ogni persona non soffra per nulla o il meno possibile. In particolare le nostre premure si concentrano proprio su tutte le operazioni di chirurgia dentale.

Abbiamo deciso di definire ciò “Protocollo Comar”. Nel prossimo articolo verrà approfondito nel dettaglio proprio questo importante aspetto, che distingue il nostro Studio da ogni altro nel settore dentistico.

 

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Terapia senza Dolore: la devitalizzazione – Parte 5

Terapia senza Dolore:
la Devitalizzazione

Nell’articolo precedente, di cui si consiglia la lettura nel caso si volesse approfondire il contenuto, abbiamo parlato della devitalizzazione in base alle cause che la rendono necessaria, ovvero i forti traumi, la carie e simili. Abbiamo inoltre compreso che queste condizioni patologiche possono generare stato infiammatorio a livello più o meno locale, causando gravi danni alla polpa dentale.

Devitalizzare un dente in questo caso può risultare la scelta vincente, per evitare che la condizione della nostra bocca peggiori, con conseguente formazione di granuloma, cisti (di cui è presente sul sito un approfondimento dedicato) e altre complicazioni alle strutture prossimali, cioè l’estrazione e la perdita definitiva del dente in questione.

In questo articolo vedremo nel dettaglio come viene eseguito un intervento di devitalizzazione, considerando che viene sempre eseguita dopo ad un’attenta valutazione dello stato patologico della polpa dentale, che può risultare più o meno infiammata e quindi ancora in parte vitale, oppure necrotica, quindi totalmente morta.

Come avviene una devitalizzazione?

Durante un intervento di devitalizzazione, quindi endodontico, nella parte interna del dente, viene effettuata l’asportazione del contenuto del canale del nervo, ovvero la polpa dentale. Essa, come precedentemente citato, può risultare vitale, e quindi presentare uno stato infiammatorio più o meno elevato, oppure essere necrotica, morta. L’estrazione della polpa viene eseguita dall’interno del dente fino all’apice estremo, attraverso l’ausilio di appositi strumenti.

Le fasi del trattamento di devitalizzazione

L’intervento viene eseguito in quattro passaggi, che includono l’allargamento del canale, la sterilizzazione dello stesso e l’asciugatura. Compiuto questo terzo passaggio l’odontoiatra procederà riempiendo sia il canale principale, sia gli eventuali canaletti minori (detti in linguaggio tecnico-dentistico “canali laterali”) comunicanti con l’esterno, con specifico materiale termoplastico.

Presso lo StudioComar, quest’ultimo passaggio viene semplificato e spiegato al paziente con il termine “vulcanizzazione”, in quanto il procedimento di riempimento finale ha il preciso scopo di riempire e sigillare completamente i vari canali del dente su cui si effettua l’operazione.

Per evitare future fratture del dente è necessario rivestire lo stesso con una “capsula”. In altre parole l’odontoiatra dovrà limare lo smalto esterno del dente e quindi ripristinarlo a forma originaria con materiale specifico, normalmente a base di metallo, metallo – ceramica o zirconia.

Quanto può durare un intervento di devitalizzazione?

La durata dell’intervento è variabile a seconda dei casi. Esso può durare dai 30 ai 90 minuti. In quest’arco temporale bisogna calcolare vari aspetti, tra cui la sensibilità del paziente e il numero di sedute necessarie affinché l’intera procedura sia portata a termine.

Effetti positivi post intervento

E’ da ricordare che tramite la devitalizzazione non solo il dente può essere “salvato”, evitando quindi nel 99% dei casi l’estrazione dello stesso, ma anche che lo stato
infiammatorio degeneri, causando non solo la necrosi della polpa, ma anche infezioni di varia natura e altre patologie connesse. Per questa ragione si consiglia di effettuare regolari controlli dal dentista, soprattutto se si avvertono dolori e fastidi.

Nel prossimo articolo verrà approfondita proprio questa tematica, ovvero la possibilità che si formino granulomi e cisti, nel caso in cui si trascuri un dente che deve essere devitalizzato.

 

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Terapia senza Dolore: la devitalizzazione e l’infezione del dente – Parte 4

Terapia senza Dolore:
la Devitalizzazione e l’infezione del Dente

Tra gli interventi maggiormente praticati per il benessere del nostro sorriso vi è certamente la devitalizzazione. A volte il paziente necessita in tempi brevi di effettuare questa operazione, in quanto, le condizioni e le patologie che la richiedono, provocano molto dolore.

La devitalizzazione, nota anche nel gergo medico odontoiatrico con il termine “endodonzia”, è uno degli interventi dentali maggiormente diffusi e praticati. Si può comprendere al meglio la tipologia d’intervento analizzando la sua origine semantica. La parola “endodonzia” deriva dal greco “endo”, che significa “dentro”, e “odontos” che significa “dente”. Da ciò possiamo dedurre che l’attività chirurgica in questione avviene all’interno del dente.

Nell’articolo verrà compiuto un approfondimento in merito a questa pratica, compiendo una successiva analisi dei metodi impiegati presso lo studio per evitare dolore al paziente.

Si ricorda inoltre, per avere un quadro chiaro degli interventi dello StudioComar, di leggere gli articoli dedicati all’odontofobia e l’odontoiatria con terapia del dolore.

Quando è necessario effettuare una devitalizzazione?

La devitalizzazione si dimostra necessaria quando la polpa dentaria, ovvero il tessuto molle presente all’interno del dente, risulta particolarmente dolorante. Ciò è il segnale che vi è in corso un’infiammazione, che nei casi peggiori può trasformarsi in infezione. Le cause per cui un dente s’infiamma o s’infetta possono essere diverse, tra cui:

  • una carie profonda
  • interventi dentistici ripetuti
  • dente scheggiato o rotto derivante da un trauma

Un dente che presenta tali condizioni, che quindi è segnato da un forte trauma, può causare molto dolore o non provocare alcun sintomo al paziente. In caso di sensazione di dolore la cura con antidolorifici può certamente dare sollievo, ma solo temporaneamente. Questo perché un dente traumatizzato presenta al suo interno una polpa dentale in stato necrotico. Essendo dunque questa parte morta non la causa del dolore, tuttavia è la condizione ideale per l’originarsi dello stato infiammatorio. L’infiammazione non adeguatamente curata darà esito col tempo ad un’infezione, quindi ad un ascesso osseo. Per accertare che il paziente abbia effettivamente questa problematica dentale, visto che a volte il danno non è visibile, è necessaria una visita accurata e un esame radiologico a raggi x. Solo in questo modo sarà possibile diagnosticare l’ascesso nell’osso, praticando successivamente l’intervento endodontico.

Come possiamo capire se abbiamo un’infezione alla polpa dentaria?

Tra i sintomi caratteristici dell’infezione alla polpa troviamo:

  • dolore acuto e proteso nel tempo quando si beve/mangia una bevanda
    alimento caldo o freddo
  • dolore durante la masticazione

Inoltre se l’infiammazione degenera ulteriormente i sintomi potrebbero scomparire, anche se ciò non significa che lo stato patologico sia risolto. In questo caso probabilmente l’infezione ha raggiunto la radice del dente con la conseguente comparsa di sintomi come:

  • gonfiore alla gengiva
  • formazione di un puntino rosso o bianco, ovvero una fistola, da cui tende a uscire materiale purulento o sangue
  • gonfiore del viso
  • cambiamento del colore del dente

E’ chiaro che appena compaiono i sintomi, soprattutto quelli precedentemente descritti, è necessario rivolgersi al medico. Quando ciò accade significa che l’infiammazione è degenerata in infezione, con conseguente necrosi della polpa.

Tra i sintomi più evidenti dell’infiammazione del dente vi è l’ascesso. La sua manifestazione in forma cronica è pressoché asintomatica, se non durante la masticazione, che risulterà il più delle volte dolorosa. Questa condizione può infine causare granuloma e cisti odontogena periapicale, argomento che sarà approfondito in un prossimo articolo.

L’ausilio di farmaci specifici si rivelano utili durante la fase acuta, ovvero in seguito alla formazione dell’ascesso e durante le fasi della terapia endodontica, la devitalizzazione appunto. Il progresso in campo chirurgico odontoiatrico ha reso possibile la cura e il recupero di denti anche in caso di granulomi e cisti, cosa che in passato non era possibile. Oggi, le moderne tecniche, permettono il recupero di quasi tutti i casi, evitando la rimozione stessa del dente.

Vantaggi della Devitalizzazione

Questo tipo d’intervento presenta notevoli vantaggi per il paziente. Se effettuata correttamente e con le giuste conoscenze da parte del proprio dentista, con la devitalizzazione è possibile evitare l’estrazione di un dente, spesso fortemente danneggiato da una profonda carie o da gravi traumi.
Devitalizzare un dente:

  • permette di salvare il dente
  • l’intervento è indolore
  • cura l’infezione
  • fa passare il mal di denti

L’approfondimento continuerà nell’articolo che segue, in cui verrà analizzata la devitalizzazione dal punto di vista del dolore provocato al paziente e la terapia effettuata per questo intervento presso lo StudioComar.

 

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