Terapia senza Dolore: chirurgia endodontica senza dolore o con minimo disturbo – Parte 11

Terapia senza Dolore: chirurgia endodontica senza dolore o con minimo disturbo – Parte 11

Terapia senza dolore:

chirurgia endodontica senza dolore o con minimo disturbo

Durante una seduta di chirurgia endodontica la terapia del dolore risulta fondamentale, al fine di evitare dolori al paziente. La chirurgia endodontica è l’unico tipo di intervento possibile in caso d’infiammazione all’apice della radice del dente. Questo tipo d’intervento viene praticato quando una comune devitalizzazione, un trattamento canalare, non è sufficiente a risolvere il problema.

La lettura fornisce spunti e spiegazioni chiari in merito al tema della chirurgia endodontica, analizzando cosa comporta tale intervento e come esso viene praticato sul dente compromesso. Infine il paragrafo finale verrà dedicato alla terapia del dolore applicata a questo genere d’intervento, secondo quando stabilito e brevettato dal #ProtocolloComar.

Quando viene effettuata la chirurgia endodontica

Come abbiamo citato nel paragrafo introduttivo, la chirurgia endodontica viene effettuata quando lo stato infiammatorio/infettivo deve essere bloccato. La chirurgia endodontica evita l’estrazione definitiva del dente e i danni che quest’ultimo causerebbe, senza un trattamento adeguato, all’osso circostante e alla generale salute del paziente.

In tali situazioni la devitalizzazione, ovvero l’asportazione dei vasi, della polpa e dei nervi del dente tramite trattamento canalare, non risulta sufficiente, in quanto lo stato infiammatorio dentale ha già causato la formazione di granuloma o cisti periapicali, a seconda dello stato evolutivo della patologia.

 

Tali formazioni patologiche sono il risultato di una polpa in stato necrotico e se non asportate possono comportare ulteriori complicanze a denti e tessuti ossei adiacenti. Inoltre verrebbero compromesse anche le strutture anatomiche circostanti, quali quelle seno-mascellari e nervo-mandibolari.

Come viene effettuato un intervento di endodonzia

Compresa l’impossibilità di curare tale stadio infiammatorio del dente tramite terapia farmacologica e strumentazione specifica per devitalizzazione, il dentista procede, in accordo con il paziente, con la chirurgia endodontica. Consiste in due fasi:
l’anestesia e l’apicectomia.

Prima di iniziare con l’intervento viene effettuata l’anestesia completa, affinché il paziente non senta dolore durante tutta la pratica chirurgica. Segue la fase di apicectomia, la parte più rappresentativa di questo genere di operazione. Il dentista procede praticando un accesso nella gengiva e nell’osso, asportando parte del tessuto osseo e lasciando esposta la radice infetta. A questo punto la formazione patologica, che sia essa una cisti o un granuloma, viene completamente rimossa. L’ultima operazione consiste nella suturazione della gengiva.

Terapia del dolore della chirurgia endodontica

La terapia del dolore, anche in caso di chirurgia endodontica, viene effettuata secondo i dettami del #ProtocolloComar. Esso è fondamentale per dare la garanzia al paziente di assenza di dolore o minimo disturbo. La prima fase a cui il paziente viene sottoposto è l’anestesia completa, i cui effetti dureranno per tutto il decorso dell’intervento.

Presso il nostro Studio è possibile svolgere la seduta di chirurgia endodontica tramite specifica strumentazione laser, con la quale verranno eliminati sia la parte di radice compromessa sia i tessuti ossei in stato patologico (cisti o granuloma). Tale tipo d’intervento consente di avere la minor reazione dei tessuti trattati e meno sofferenza a seguito dell’operazione. Inoltre se il caso lo richiede, il dentista propone l’uso di trattamenti farmacologici mirati, al fine di evitare malesseri e fastidi.

Per avere ulteriori informazioni su questa argomentazione o di qualsiasi altro genere, non esitare nel contattarci.

 

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Terapia senza Dolore: chirurgia estrattiva senza dolore o con minimo disturbo – Parte 10

Terapia senza dolore:

chirurgia estrattiva senza dolore o con minimo disturbo

Nella maggior parte dei casi l’odontofobia di un paziente (detta in termini più comuni “la paura del dentista”) è causata dalla preoccupazione di provare forti dolori durante e dopo un intervento. Lo StudioComar conosce molto bene questa problematica e nel corso degli anni ha messo a punto un sistema che permette a tutti i suoi pazienti di non provare dolore, prima, dopo e durante una seduta di chirurgia orale. La terapia del dolore è un fatto serio, da non trascurare: il Protocollo Comar dà a questo aspetto particolare importanza, al fine di mettere a proprio agio ogni paziente, dal momento in cui entra per la prima volta in studio fino al completamento della terapia.

La chirurgia orale si suddivide in quattro macro categorie: la chirurgia estrattiva, la chirurgia endodontica, la chirurgia implantologica e quella ricostruttiva – rigenerativa.
In questo articolo avremo modo di approfondire la prima categoria di questa lista: faremo un’analisi delle sue principali caratteristiche, proseguendo con un focus riguardo la terapia del dolore ad essa applicata.

La chirurgia estrattiva

La chirurgia estrattiva è quella maggiormente praticata e diffusa. Come suggerisce il nome grazie a questo tipo di intervento il dente compromesso, danneggiato per varie ragioni, viene “estratto”, tolto mediante l’ausilio di strumenti specifici. In caso di necessità il dentista può scegliere insieme al paziente di operare con tecnica estrattiva anche più di un dente, in una o più sedute. Tale intervento viene effettuato in caso di:

  • denti inclusi o semi inclusi nel tessuto osseo (ad esempio i denti del giudizio o i canini inclusi) che senza estrazione creerebbero fastidi e patologie varie
  • denti compromessi a causa di forti patologie e infiammazioni, non recuperabili mediante devitalizzazione, chirurgia endodontica e terapie medico-farmacologiche
  • denti sovrannumerari, denti in più rispetto alla norma che non dovrebbero essere presenti nelle arcate dentali, i quali creano disagio e fastidio
  • denti decidui (detti nel linguaggio comune “denti da latte”) per cui non c’è stata una spontanea caduta o che non possono essere curati con altre forme d’intervento (con devitalizzazione ad esempio)

Come avviene l’estrazione di un dente

Questa tecnica chirurgica si compone di tre passaggi: l’anestesia, la lussazione e infine l’estrazione stessa. Prima di procedere con qualsiasi tipo di chirurgia orale è fondamentale praticare al paziente l’anestesia. In questo caso si procederà con anestesia locale, affinché il paziente non senta dolore per tutta la durata dell’intervento.

Quando l’area d’interesse sarà “addormentata” si procede con la pratica di lussazione. Per far ciò il dentista si servirà di particolari strumenti, allo scopo di smuovere il dente compromesso e “staccarlo” dal tessuto osseo, il quale lo tiene ancorato al cavo orale. L’ultima operazione che il dentista effettuerà è l’estrazione. Il dente, ora completamente mobile, potrà essere asportato con l’ausilio di apposita strumentazione chirurgica.

Terapia del dolore in chirurgia estrattiva

Grazie al Protocollo Comar il paziente potrà vivere la propria seduta di chirurgia estrattiva con il massimo relax possibile. Il dentista sceglierà la terapia migliore per tutte le fasi dell’intervento; prima, dopo e durante la seduta chirurgica. Il primo passaggio da effettuare è l’anestesia, affinché il paziente possa vivere il decorso chirurgico in maniera del tutto asintomatica. Durante l’intervento il dentista procederà “scollando” il dente dall’osso e rimuovendo in seguito lo stesso grazie all’utilizzo di strumentazione specifica.

Il Protocollo Comar viene seguito in modo dettagliato soprattutto durante l’intervento: lo specialista praticherà ogni movimento per la rimozione del dente evitando, per quanto possibile, la frattura della radice e la lacerazione dei tessuti. Grazie a questi piccoli accorgimenti si potrà minimizzare la sofferenza a seguito dell’operazione chirurgica. Infine, in caso di dolore forte e disturbi post operatori, il dentista potrà fornire al paziente una terapia farmacologica mirata.

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